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Addio a Gianluca Vialli, l’Italia si ferma nel ricordo del Campione

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Ancora una volta l’Italia si ferma, per ricordare un personaggio simbolo di un’era, quella che è appartenuta a Gianluca Vialli, morto nelle prime ore di questo venerdì, 6 gennaio. L’ex attaccante di Cremonese, Sampdoria, Juventus e Chelsea combatteva contro un tumore al pancreas dal 2017. La redazione di SalernoSport24 porge le sue condoglianze alla famiglia Vialli.

Addio Gianluca Vialli

È un periodo natalizio che speriamo di metterci presto alle spalle. In un addio dopo l’altro se ne sono andati alcuni dei campioni che hanno scritto tra le pagine più importanti della storia del calcio, italiano ed internazionale. Per questo Gianluca era qualcosa di più. Faceva parte ancora di quella parte romantica che il pallone, da Cremona, dalla periferia, fino a Genova dove con i blucerchiati e con il suo fratello Roberto Mancini, strapperà il tricolore all’egemonia del potere pallonaro milanese.

Con Mancini alla guida della Nazionale non poteva poi mancare anche il suo apporto per ricomporre la coppia dei “Gemelli del gol”. Durante i trionfanti ultimi europei, fece il giro del mondo la fotografia dell’abbraccio dei due a Wembley, simbolo di un’amicizia vera.

Vialli a Salerno

Nel 1991 l’Italia passò per Salerno per la prima volta. L’appuntamento era una gara di qualificazione degli Azzurri agli Europei di Svezia ’92 (che poi mancherà). La squadra allenata da Azeglio Vicini vinse quella partita 3-1 con una doppietta di Donadoni e uno di Vialli che fece esplodere lo stadio Arechi.

Arrivano anche da Salerno le condoglianze per Vialli. L’U.S. Salernitana 1919, il Presidente Danilo Iervolino, i dirigenti, l’allenatore, i giocatori e tutto lo staff si stringono attorno al dolore del mondo del calcio per la scomparsa di Gianluca Vialli e rivolgono alla sua famiglia il più sentito cordoglio.

Calciatore prima, allenatore poi

Gianluca Vialli esordì nel calcio professionistico nel 1981, contro la Sambenedettese, in Serie B, all’età di 17 anni. Il primo gol tra i pro arriverà appena due partite più tardi, contro la Reggiana, ed era già titolare della formazione lombarda. In quegli anni passò anche per la Campania per la contemporanea presenza in B della Cavese.

L’esordio in Serie A arriverà con la maglia della Sampdoria dove con Mancini formerà una coppia gol straordinaria e vincerà uno scudetto con Boskov in panchina. Nel ’92 arriva l’approdo alla Juventus, e qui metterà in bacheca un altro scudetto, due coppe Italia ma, soprattutto, una Coppa dei Campioni e una Coppa UEFA.

Fu uno dei primi del periodo moderno a lasciare la Serie A (con 325 presenze e 123 gol) per andare a giocare in Inghilterra, precisamente a Londra, sponda Chelsea. Qui iniziò anche la carriera di calciatore-allenatore, per poi appendere gli scarpini e restare definitivamente in panchina. Dopo il Chelsea, con una Supercoppa in bacheca conquistata contro il Real Madrid, ci fu anche un’esperienza al Watford a completamento della sua breve esperienza da allenatore. Poi tanta TV come opinionista prima di diventare capo delegazione della Nazionale di Mancini.

Fuori dal campo

Importante anche il suo impegno nel social. Dal 2004 s’impegna con la la “Fondazione Vialli e Mauro per la Ricerca e lo Sport”, una ONLUS che raccoglie soldi per la ricerca contro la SLA (sclerosi laterale amiotrofica), e sul cancro con le associazioni  ARISLA, AISLA e la FPRC.

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