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Ghirelli: “Non sarà semplice riportare il pubblico allo stadio”

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Intervistato da Eleven Sports, il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli si è speso su tanti punti.

Ghirelli: Non dobbiamo considerare lo sport solo sport

Di seguito pubblichiamo una serie di quesiti posti al presidente Ghirelli:

Non sarà semplice riportare il pubblico allo stadio

«E’ un anno e mezzo che non c’è e le abitudini sono cambiate. Se si aggiunge la paura che sarà difficile da superare, bisognerà lavorare. Sarà un lavoro di accompagnamento e dovranno essere brave le società a riconquistare i tifosi. Andare allo stadio è un rito e una tradizione, ma non sarà facile. Anche se ci sarà la gioia della normalità e dello stare insieme: ciò che rappresenta il calcio, passare un’ora e mezza o per soffrire o per gioire, però passarla insieme, viverla. Ciò che ci è mancato in un anno e mezzo. Dovrà essere fatto un percorso, visto che la partita col virus è ancora aperta. Gioia, felicità ma anche grande attenzione».

Decreto Sostegni bis?

«Non dobbiamo considerare lo sport solo sport. Con Cura Italia 1 veniamo equiparati all’attività produttiva. Da novembre noi lavoriamo su questo. Qualcuno ci diceva che non ce le avrebbero mai date. Non abbiamo mollato, come si è visto. Noi siamo intervenuti anche sulle questioni del credito e dell’economia. Da questo punto di vista, lo dico per l’ennesima volta, abbiamo usufruito del contributo dei ministri, del sottosegretario allo sport, del presidente Gravina, ma va riconosciuto il valore del Comitato 4.0 che non è un organo politico ma ha portato dati e ha sottolineato che c’era una faglia tra professionismo e dilettantismo che rischiava di essere offuscata. L’abbiamo portata in luce“.

Tema riforme?

«Le riforme sono essenziali. Bisogna stare attenti sul meccanismo delle riforme sui tempi. Sono 60 anni che non se ne fanno. L’unica l’abbiamo fatta noi, ma non è stata una grandissima riforma: siamo passati solo da 90 a 60. Siamo gli unici. Il problema è che non risolviamo il problema se non ragioniamo a sistema. Bisogna ragionare anche sui playoff, ma prima di tutto sulla formula del campionato, ponendoci una semplice domanda: perché quando si svolgevano le partite con il pubblico durante il campionato la stessa partita aveva X spettatori e nei playoff lo stadio era pieno? Significa che la formula del campionato deve essere rivisitata. Anche la formula dei playoff provando a dare più spettacolarità e decisionalità del terreno di gioco. Se vogliamo attrarre ragazzi e ragazze, dobbiamo avere la consapevolezza che dobbiamo confrontarci con un calcio che chiede di essere innovato».

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Ugo D'Amico
Ugo D'Amico
Classe 1996, giornalista pubblicista dal 2022 e prossimo alla laurea in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali. Nato praticamente con una palla tra i piedi, ma vista la scarsa qualità il sogno ora è di raccontare le mille emozioni che regala quel magico prato verde. Sono cresciuto seguendo le gesta di: Del Piero, Buffon, Ronaldo, Messi e tanti altri. Appassionato di calcio locale, passione che permette di capire a 360° le innumerevoli sfaccettature che sono presenti in questo fantastico mondo.
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