mercoledì 24 04 24
spot_img
HomeCalcioAlfano: "Il calcio farà da specchio al mondo e alla vita economica"
spot_img

Alfano: “Il calcio farà da specchio al mondo e alla vita economica”

spot_imgspot_img

Intervista a Gerardo Alfano, di Castellammare di Stabia, attuale calciatore della Vico Equense società militante in Eccellenza, ma ex calciatore di Cavese Nocerina.

Intervista a Gerardo Alfano

Cresciuto nelle giovanili della Nocerina, nel 2000 passa prima alla Casertana e nel 2002 alla Cavese per poi arrivare in Serie B con l’Avellino. Dal 2004 al 2009 diventa un perno importante per la Cavese dove attualmente è nei primi dieci calciatori che hanno più presenze nella squadra di Cava de’ Tirreni. Poi una lunga trafila tra Sarnese, Agropoli, Pomigliano, Ischia Isolaverde, Afragolese, Sant’Antonio Abate e Vico Equense sua attuale squadra. 

Con lui abbiamo parlato della situazione Coronavirus, pandemia presente in tutto il mondo, abbiamo fatto un surplus della sua lunga carriera e abbiamo parlato anche del futuro.

Cosa pensi della situazione Coronavirus, pandemia che sta sconvolgendo il mondo?

«Ad oggi ritengo le misure che sta attuando il Governo sono esatte. Tutelare la salute è alla base di tutto, si inizia già a parlare di una fase 2 ma io ci andrei cauto. Questa situazione ci deve far riflettere che stanno morendo tante persone. Meglio stare un mese in più a casa che riaffrontare la pandemia. Mi manca il calcio ma in questo momento tutto è secondario. Parlare di calcio è una cosa fuori dal normale».

Secondo te il calcio come potrà ripartire? Molte società rischiano di scomparire per mancate entrate

«Già prima del virus che c’erano tanto problemi nel mondo del calcio. Lasciamo stare la Serie A che è un mondo a parte. Guardiamo dalla Serie B fino alle scuole calcio. Ci saranno meno sponsor e penso che ci sarà una crisi economica perché il calcio vive sugli sponsor e vive sulle passioni dei presidenti. Ci sono situazioni e situazioni magari ci sono dei presidenti che sono imprenditori alimentari e non subiscono questa crisi, ma ci potrebbero essere presidenti che sono bloccati con la loro imprenditoria. Secondo me tante squadre non si iscriveranno, il calcio farà da specchio alla vita economica dell’Italia e del mondo. Tutti perderemo qualcosa da questa situazione, purtroppo ci sarà chi perderà di più e chi di meno».

Hai giocato a Cava de’ Tirreni per tanti anni diventando uno dei giocatori con maggior presente con la maglia blufoncé. Che ricordi hai di Cava e della Cavese?

«A Cava sono arrivato giovanissimo ma sono cresciuto sia come persona e come calciatore. Ho tanti bei ricordi di quelle annate, l’unico rammarico le due finali perse contro Gela e Foggia. Nei primi periodi non ero solito partire titolare probabilmente per ritardi di preparazione, ma dopo quattro, cinque partite mi creavo il mio posto. Da anni il centrocampo della Cavese era: Alfano, Tatomir e D’Amico nemmeno quando arrivò nel 2007 Romondini che era un giocatore di categoria superiore riuscì ad imporsi perché giocavamo da tanto insieme ed eravamo sincronizzati su tutto. Uno dei pochi che si impose in quella squadra fu Pietro De Giorgio che poi si rivelò un giocatore di Serie A. Poi ad oggi penso che il futuro della Cavese sia il presidente Santoriello, oltre ad essere una bravissima persona e un grande imprenditore. Può portare la Cavese dove nessuno mai l’ha portata».

Hai giocato in tante squadre tra Serie C e Serie D e hai tre presenze in Serie B sei soddisfatto della tua carriera?

«In base alle mie caratteristiche probabilmente avrò fatto anche qualcosa in più. Però ovviamente ci sono dei rammarichi. Il gol di Mastronunzio al ’95 è il classico episodio che ti cambia una carriera. Considera che io all’andata feci un gol e un assist, venivo da un campionato dove feci 4-5 gol. Ero uno dei nomi più gettonati,infatti, mi cercavano tante squadre di categoria superiore, magari andare in Serie B con la Cavese poteva cambiare la vita e la carriera a noi che eravamo dei ragazzini. Ti faccio l’esempio del Sassuolo che vinse i play-off l’anno che abbiamo vinto il campionato ed ora è in Serie A». 

Cosa pensi del campionato che stai disputando con la Vico Equense?

«Molto bene devo dire. Eravamo quasi salvi con 38 punti a sette partite dalla fine».

Cosa farai una volta appesi gli scarpini al chiodo? Rimarrai nel mondo del calcio?

«Mi piacerebbe molto fare l’allenatore. Sto lavorando con una scuola calcio a Vico Equense. Sto seguendo un corso da allenatore, mi piacerebbe tanto entrare in uno staff o in un settore giovanile».

spot_img
spot_img
spot_img
Ugo D'Amico
Ugo D'Amico
Classe 1996, giornalista pubblicista dal 2022 e prossimo alla laurea in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali. Nato praticamente con una palla tra i piedi, ma vista la scarsa qualità il sogno ora è di raccontare le mille emozioni che regala quel magico prato verde. Sono cresciuto seguendo le gesta di: Del Piero, Buffon, Ronaldo, Messi e tanti altri. Appassionato di calcio locale, passione che permette di capire a 360° le innumerevoli sfaccettature che sono presenti in questo fantastico mondo.

Notizie popolari