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Gabriele Gravina: “Cifre sconvolgenti, il calcio va salvato”

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Gabriele Gravina, presidente della FIGC, intervistato dal Corriere della Sera dichiara che il mondo del calcio rischia di frantumarsi. Per come è strutturato attualmente, infatti, secondo il n°1 del calcio italiano, i debiti sono pesanti (in considerazione anche dei due anni di pandemia) e bisogna apportare sostanziali modifiche. Gravina indica un piano pluriennale volto ad aumentare entrate e ricavi e tenere sotto controllo i costi.

Il presidente della FIGC Gravina indica la strada

Le tensioni nel calcio ‘nostrano’ sono sempre state all’ordine del giorno tra club, presidenti, Lega e tutte le istituzioni. Ciò non fa altro che indebolire il sistema invece di risolvere i problemi; bisogna trovare al più presto per la Lega un presidente di un certo spessore e pian piano si potrà recuperare il divario con le altre nazioni, dopo l’abbandono di Paolo Dal Pino.

Il sistema va dunque riformato, è necessario uscire dallo stallo dell’immobilismo di un movimento molto conservatore: «Questo mondo, così com’è strutturato, rischia di implodere. […] Le modifiche sono ispirate dalla volontà di rendere più stabile e meno indebitata l’area professionistica attraverso un piano di 4-5 anni. Il ruolo della Federazione è di […] verificare le condizioni necessarie alla continuità aziendale dei club […]».

Il cacio in guerra

Per quanto riguarda il conflitto in Ucraina il calcio e lo Sport in generale stanno reagendo con dura fermezza contro la guerra, ed è giusto così, bisogna prendere una posizione decisa perché anche lo Sport incide tanto sulla politica: «Come sta reagendo lo Sport all’invasione della Russia in Ucraina? Mostrando una compattezza mai esistita prima. Il calcio è un fenomeno di aggregazione sociale formidabile, basti considerare che abbiamo 211 Federazioni contro i 193 Paesi associati all’ONU. Ci siamo mossi compatti e coerenti, urlando a gran voce il nostro no alla guerra».

In un certo senso è politica tutto ciò che ha grande interesse sul panorama internazionale da tanti punti di vista.

Per quanto riguarda la Nazionale italiana c’è molta fiducia contrapposta alla consapevolezza che non sarà una passeggiata e che ci si gioca veramente tanto, troppo; la Nazionale campione d’Europa non può restare per ben due volte consecutive fuori dalla più importante competizione al mondo, non è mai successo.

Capitolo Nazionale

Mancini è l’uomo delle imprese, Europeo dopo ben 53 anni, sarà sicuramente in grado di riuscire a compierne un’altra. Infine per quanto riguarda la Superlega, come Gravina dichiara al Corriere della Sera, il problema di fondo è reale ma le modalità sono errate, bisogna essere uniti allontanando ulteriori possibili divisioni: «La posta in palio è altissima e sappiamo che il percorso è ricco di insidie. […] Non posso pensare che la Nazionale capace di arrivare sul tetto d’Europa abbia smarrito il senso dell’essere squadra. […]».


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