Denilson Gabionetta a SalernoSport24
A Salerno se lo ricorderanno per tanto tempo così come a Crotone. Ex di entrambe le squadre, abbiamo contattato Denilson Gabionetta, oggi in forze attaccante del Meixian Techand nel campionato cinese, per fargli qualche domanda.
Fra le due esperienze in B con Crotone e Salernitana a quale ti senti più legato?
“Ho bellissimi ricordi di entrambe le piazze. A Crotone in tutto sono stato tre anni, tre anni in cui ho espresso un buon calcio; ricordo, ad esempio, le partite di andata e ritorno con il Torino quando vincemmo entrambe le partite. Al ritorno vincemmo con un mio gol, quello coast to coast che fu giudicato come il gol più bello della Serie B. Ho ancora tanti amici lì a Crotone, come Andrea Buscema che lavorava nel bar sotto casa dove andavo a fare colazione; sono molto legato a lui e alla sua famiglia, uno spettacolo. Salerno ha un altra storia nei miei ricordi, qualcosa che va al di là del calcio. Il derby col Benevento in Serie C, quello con l’Avellino in Serie B… già fare un gol in un derby è difficile, poi addirittura due. Non si può dimenticare! La tifoseria, la città, a Salerno ti senti un giocatore vero. Io sono brasiliano e un brasiliano non dimentica la sua terra ma dimenticare Salerno equivarrebbe a dimenticare le origini delle mie figlie nate entrambe là. Quando mia moglie era in procinto di partorire la mia secondogenita, la feci rientrare a Salerno perché partorisse là. E’ una città che mi è rimasta nel cuore così come la maglia, anche grazie a persone come quelle della famiglia Volpe e Di Motta che mi hanno aiutato tanto, soprattutto quando mia moglie era da sola a Salerno per partorire e io in Cina”.
Anche se i tifosi ti ricordano con grande affetto, hai la sensazione che avresti potuto dare qualcosa di più?
“Avrei voluto ripetere l’esperienza di Crotone a Salerno. Così non è stato. Mi promisero il rinnovo del contratto ma dopo due mesi di attese e rimandi, capì che non mi volevano più. Arrivò l’offerta dalla Cina e rinnovai ancora la mia voglia di rimanere se mi avessero prolungato il contratto. Mi dissero che mi avrebbero fatto il rinnovo la settimana successiva ma a quel punto si sarebbe chiuso il mercato in Cina, non volli rischiare poiché già me lo avevano rimandato diverse volte”.
Sei stato compagno di squadra di Djuric. A Salerno non sono molto contenti di lui perché non segna molto. Tu che conosci le sue qualità cosa puoi dirci?
“Milan (Milan Djuric, ndr) è un bravissimo ragazzo. Non è il tipo di attaccante che fa gol, la sua carriera lo dice. E’ quel tipo i calciatore però che fa gruppo, che fa crescere la squadra, basta andare a vedere il rendimento in termini dei suoi compagni nelle squadre in cui ha giocato. Dipende anche dal tipo di gioco che fa una squadra; ho già visto un po’ di partite della Salernitana e, ad esempio, nell’ultima ho visto bene che il tipo di palle che gli arrivano non sono congeniali per il suo gioco. Poi gliene arrivano poche. E’ vero, contro il Perugia ha avuto una bella palla da Casasola e lui l’ha sparata alta ma devi vedere anche il contesto in cui si trova, le palle che gli arrivano come gli arrivano, il dispendio di energie per cercare palloni giocabili e poi, ti arriva una palla buona come quella di Casasola e… non è pronto perché ha già speso tanto in un contesto di gioco che non fa per lui. Perché lui non è il genere di attaccante che segna, attendersi questo da lui è sbagliato. Anche se metti a giocare Ibrahimovic: se non gli arrivano palloni… mi sembra un po’ difficile”.
Uscire dal campo fischiato dai propri tifosi quanto può danneggiare il prosieguo di un calciatore?
“Deve stare sereno, deve stare tranquillo per capire come migliorare, dove sta sbagliando: se si tratta di un problema fisico, un problema tecnico o tattico. E deve lavorare per far cambiare idea alla tifoseria. E’ il tipo di calciatore che fa tanto lavoro sporco. Secondo me farà bene, e gli auguro di arrivare anche a doppia cifra. Sono sicuro che i suoi compagni di reparto faranno bene, e se arriveranno più palle a lui, di conseguenza segneranno di più anche i suoi compagni di reparto”.
Dalla Cina certamente ti riuscirà difficile seguire il campionato italiano?
“Sono riuscito a vedere tre partite da qui. Quando non sono riuscito a vederla l’ho seguita attraverso la radio online, e anche quando si blocca, scrivo ai miei amici in curva chiedendo ‘Come sta andando, come stanno giocando’. Qualche volta mi mandano i cori della Sud. Come ho detto, sono rimasto legato alla Salernitana”.
Come ti trovi là? Com’è il campionato?
“Il livello del campionato si è abbassato, fino allo scorso anno gli stranieri per squadra erano tre. Da quest’anno hanno cambiato il regolamento abbassando la quota a due stranieri in campo, il terzo non può andare neanche in panchina. Hanno visto che non ha funzionato e, dal prossimo campionato, si tornerà ai tre stranieri in campo. Così sarà più bello anche da vedere”.
Quando pensi di tornare in Europa? Ci sono già dei progetti?
“Sarei già voluto tornare in Italia. Ero a Cipro quando presi contatti per Bari e stavamo per chiudere. Poi degli amici mi hanno avvertito che la situazione non era chiara, quindi ho ripiegato sulla Cina. Vorrei tanto tornare a Salerno, se mi chiamassero tornerei anche a piedi. Mi piacerebbe tantissimo… mai dire mai”.