Il recente trionfo in Coppa italiana ha dato ulteriore slancio alla carriera di Federica Di Pace: l’allenatrice della Polisportiva Battipagliese, una delle tre salernitane che giocheranno in serie B, è stata intervistata in esclusiva dal nostro giornale.
Federica Di Pace in esclusiva: “Puntiamo al vertice”
28 anni e un profilo da allenatrice navigata: alla vigilia del campionato cadetto, Federica Di Pace ha presentato la sua Polisportiva Battipagliese in esclusiva per SalernoSport24.
Coach, quali sono le aspettative della PB63 per la stagione alle porte?
«In questi anni siamo sempre riuscite a occupare il vertice senza perdere di vista l’obiettivo di far crescere le nostre giovani. La nostra ambizione è di continuare a fare bene: del resto, le sconfitte a un’età così precoce possono essere persino deleterie. Per occupare le posizioni nobili della classifica, dovremo essere brave a gestire soprattutto gli sforzi fisici e mentali, perché la maggior parte delle atlete giocherà anche in serie A2».
Come si inseriranno le più giovani nel suo sistema?
«La nostra partecipazione alla serie cadetta è pensata per offrire alle ragazze che hanno meno spazio in prima squadra l’opportunità di misurarsi con un campionato senior. Questa sarà anche l’occasione per adattarsi a situazioni di gioco che si possono trovare anche in età più avanzata».
A suo parere, chi potrà lottare per il primato?
«Sia Salerno, sia Sant’Antimo non si sono risparmiate sul mercato: non c’è dubbio che entrambe vogliano andare lontano. La Todis è stata già protagonista nell’ultima stagione alle spalle di Capri, mentre la neopromossa Partenope potrà essere la sorpresa della serie B. Non bisogna poi sottovalutare Ariano Irpino e Cercola, anch’esse impegnate nella valorizzazione del settore giovanile».
Nella scorsa primavera, le è stata affidata la guida della prima squadra in A1. Dal punto di vista umano, quanto è stata importante per lei questa sfida?
«L’ultima stagione è stata certamente la più intensa della mia carriera: cambiare tanti allenatori è un fatto strano, ma ho cercato di apprezzarne il lato positivo, perché mi sono confrontata con quattro tecnici diversi, ognuno con la propria visione del basket. Credo di essere stata fortunata, perché questa è un’opportunità che non capita a tutti. Un’esperienza come questa ha perciò arricchito il mio bagaglio umano e cestistico».