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Fabio De Sanzo ai tifosi: “Faremo di tutto per salvarci”

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Dopo la passata esperienza in serie C alla Paganese e la promozione sfiorata lo scorso anno con l’Acireale, Fabio De Sanzo, è tornato a far parlare di sé, nella terza serie professionistica italiana, alla guida della Gelbison. Subentrato all’esonerato Gianluca Esposito, il tecnico di Castrovillari ha inciso in maniera determinante sull’andamento stagionale dei rossoblù. Grazie al lavoro di De Sanzo, infatti, il club salernitano si trova, oltre le più rosee aspettative, in zona play-off.

L’intervista a Fabio De Sanzo, tecnico della Gelbison

Possiamo dire con certezza che c’è una Gelbison prima e dopo De Sanzo. La formazione di Vallo della Lucania, alla sua prima apparizione in C, aveva avuto un approccio al campionato molto negativo con la conduzione di Gianluca Esposito. Con il cambio al timone, optato dal presidente Puglisi, il ruolino di marcia è stato da ‘prime posizioni’.

Chi è l’allenatore dei cilentani

Fabio De Sanzo si affaccia sui palcoscenici del calcio professionistico con la Paganese, ambiente a cui è particolarmente legato. Inizialmente in qualità di secondo di Salvatore Matrecano prima e Massimiliano Favo dopo, successivamente viene promosso a primo allenatore, conducendo la squadra campana alla salvezza, culminata nello spareggio contro il Fondi.

Seguono le esperienze di Corigliano, terminata presto anche a causa di gravi problemi societari, e di Acireale. In quest’ultima, il tecnico calabrese raggiunge la finale play-off, uscendo però sconfitto, per 2-0 ai supplementari, dalla sfida del “Lamberti” contro la Cavese.

È il 20 settembre 2022 a segnare la svolta quando, attraverso un comunicato ufficiale, la Gelbison annuncia l’esonero di Gianluca Esposito, assegnando la guida tecnica proprio all’ex Acireale che, a distanza di tre anni dall’ultima volta, fa il suo ritorno nella terza serie.

Cosa ha detto sin dal primo giorno al gruppo per portarli ad ottenere quattro successi di fila?

«C’era già una buona base di partenza anche perché mister Esposito ha lavorato bene. Ho trovato una squadra organizzata, una squadra importante. Ho inculcato un po’ di coraggio, di forza. Tra il suo metodo e il mio vi sono delle differenze però, ripeto, la base importante l’ha creata già lui, altrimenti sarebbe stato difficile lavorare così».

Quali sono le differenze di metodo?

«Lui predilige il possesso palla, la manovra, mentre io preferisco la verticalizzazione e l’aggressione alla palla».

Chi la sta impressionando della sua rosa?

«È un continuo conoscersi, anche perché sono passati due mesi dal mio arrivo e tanti giocatori non li conoscevo bene, se non Gilli e Cargnelutti su tutti. Però ci sono altre situazioni importanti. Ci auguriamo la crescita di giocatori come Sane, Kyeremateng e Graziani. Il reparto difensivo è quello che mi ha impressionato di più».

Una battuta d’arresto che può starci contro un avversario ostico come il Catanzaro. Da dove deve ripartire la Gelbison?

«Dalla convinzione dei primi 60’, dove abbiamo cercato di giocare non dico alla pari, ma all’altezza del Catanzaro. Secondo me, i primi 60’ sono stati giocati bene, con intensità, voglia, coraggio, però poi, alla lunga, la qualità sia di squadra che dei singoli del Catanzaro è prevalsa. È pur vero che stiamo parlando di una squadra costruita per vincere questa categoria ormai da anni. Il divario era molto ampio, ma onestamente sono orgoglioso dei miei ragazzi per come si sono comportati».

In cosa può migliorare la squadra?

«C’è sempre da migliorare. In convinzione soprattutto, nelle qualità che ognuno di noi ha e che deve sempre dimostrare, nell’orgoglio, nella caparbietà di credere in quello che stiamo facendo. Perché, in tutta onestà, in queste otto-nove partite con me in panchina, forse solo col Monterosi abbiamo toppato la prestazione. Dobbiamo migliorare nell’autoconvinzione, essere bravi e avere tanta umiltà».

Quando è stato scelto dal presidente, qual è stata la sua prima impressione? Cosa vi siete detti?

«Mi ha fatto tanto piacere, perché vuol dire che la scorsa stagione ha premiato la Gelbison ma anche l’Acireale, squadra che ha lottato per salire in C sotto la mia gestione. Approdare in terza serie con una diretta concorrente dell’anno precedente fa solo piacere. Vuol dire che il lavoro è stato apprezzato. Col presidente ci siamo detti che dobbiamo lottare per arrivare alla salvezza con le unghie e con i denti».

Qual è l’obiettivo stagionale?

«L’obiettivo è uno: arrivare salvi all’ultimo minuto dell’ultima partita di campionato».

Si sente di promettere qualcosa ai tifosi?

«Le aspettative, alla partenza, davano la Gelbison tra le vittime predestinate alla retrocessione. La mia promessa è quella di mettercela tutta per salvarci».

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Elio Granito
Elio Granito
Sono un ragazzo di 28 anni, laureato in “Scienze delle attività motorie, sportive e dell’educazione psicomotoria”, prossimo a conseguire il secondo titolo, quello specialistico. Creativo, perfezionista, ambizioso. Mi ritengo una persona educata, sensibile, assertiva e altruista. Aspetti risultati sinora determinanti nelle varie relazioni avute all'interno del mondo del giornalismo, con diverse figure di rilievo, e, soprattutto, per comprendere il reale valore, la potenza e il dono di ogni singola parola. Amo il giornalismo pulito, che ha necessità di essere raccontato. Generalmente parlo di calcio, ma ho piacere di spaziare su più fronti. Il mio desidero più grande resta quello di migliorare le mie capacità puntando all’eccellenza. Basi solide, pragmatismo e pensiero creativo: sono le peculiarità sviluppate principalmente in questi anni in cui ho compreso l'amore e la passione per la divulgazione di pensieri, messaggi e valori positivi, utilizzando come strumento lo sport e la mia "penna".

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