L’attaccante Dino Fava ricorda con noi quella “beffarda” doppia sfida con il Verona
E’ stato uno dei protagonisti della stagione 2010/2011, la stagione che finì con la “beffa Verona”. Parliamo di Dino Fava, il bomber che fu anche capitano e che insieme ad altri “grandi” sosteneva i suoi compagni di squadra, e non solo moralmente. Un calciatore che ancora oggi, a ben 41 anni, continua a divertirsi sui campi e regalare soddisfazioni ai tifosi delle piccole realtà campane. Trascina, infatti, prima il Portici in serie D, poi nella stagione scorsa trascina alla promozione il Savoia. Oggi lo vediamo impegnato alla SSC Giugliano. Noi di SalernoSport24 lo abbiamo sentito per ricordare con lui la famosa doppia gara con il Verona di sette anni fa.
Ciao Dino e grazie come sempre per la disponibilità. Allora, 41 anni e ancora ti diverti a giocare e dare soddisfazione ai tuoi tifosi.
“Un saluto a voi. E si, onestamente faccio fatica a fermarmi. Ogni anno mi rendo conto che fisicamente mi sento ancora bene, che sto meglio di tanti ragazzini svogliati in campo e quindi penso di continuare. Quando sono sceso a giocare in queste categorie minori inizialmente pensavo di trovare una situazione difficile anche a livello ambientale, pensavo di ritrovarmi su campi brutti dove potesse accadere qualcosa. Niente di più sbagliato. Ho trovato una bella situazione, un bel campionato ed anche importante, con tante società che hanno fatto sacrifici economici. Finché mi diverto continuo”.
Ma prima o poi dovrai anche appendere gli scarpini. Hai già deciso cosa farai?
“La mia idea è quella di creare una scuola calcio importante nella mia zona, Sessa Aurunca. Alcune ci sono ma non sono organizzate al top, quindi vorrei contribuire grazie alla mia esperienza e metterne su una importante. Allenare i giovani e restare quindi a casa. Ho girato già tanto in carriera che non vorrei rifare le valigie con tutta la famiglia, rischierei – ammette sorridendo – di ritrovarmi fuori di casa. Salerno, oltre Napoli, fu una bellissima esperienza al sud. Mia moglie si innamorò talmente tanto della città che voleva comprare casa e restarci, poi però sappiamo come finì quella società e quindi anche la mia esperienza”.
Ecco, parliamo di quella stagione e soprattutto della partita con quella che tra poco sarà di scena all’Arechi: il Verona. Una partita molto sentita dai tifosi e non solo a livello calcistico.
“E’ una gara molto sentita ma è colpa dei veronesi che hanno sempre creato astio verso il sud in generale. Della partita mi ricordo ancora molto bene, come fosse stata appena giocata e della gara a Verona, e per come è finita, mi viene ancora tanta rabbia. Era una gara da zero a zero, ma l’arbitro fu scandaloso, con un rigore inesistente regalato ai veneti. In casa poi riuscimmo a vincere ma non bastò. Ricordo ancora tutti i calciatori distrutti ed in lacrime. Avevamo dato tutti l’anima visto anche come andavano le questioni societarie. A distanza di anni però penso che forse sia stato meglio così. Avremmo fatto una serie B partendo con penalizzazioni visto che c’erano pendenze societarie verso i calciatori, saremmo partiti con sei-sette punti di penalizzazioni e sarebbe stato difficile recuperarli. E poi, chi dice che qualcuno avrebbe preso una società piena di debiti? Il fallimento alla fine ha fatto si che la Salernitana ripartisse da zero. Io sono felice che sia tornata in serie B, nel calcio che merita la città e tutta la tifoseria”.