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Di Michele: “La Salernitana ha basi importanti da cui ripartire”

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David Di Michele, doppio ex di Udinese e Salernitana, ha detto la sua sulla partita di sabato dell’Arechi dinanzi ai microfoni di Radio MPA. L’ex attaccante ha ricordato la sua esperienza a Salerno e Udine e ha dato anche un giudizio alla stagione dei granata.

Di Michele: “Di Salerno ho ricordi bellissimi”

Il doppio ex di Salernitana e Udinese, reduce dall’esperienza da allenatore alla Turris, ha parlato così, dinanzi ai microfoni di Radio MPA, del campionato dei granata:


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«È il secondo anno di Serie A, più semplice rispetto a quello precedente perché la Salernitana ha giocato un ottimo calcio, non ha mai demeritato su qualunque campo, ha sempre lottato e si è giocata le partite fino alla fine mettendo in difficoltà grandi squadre e facendo risultati. Ci sono le basi per ambire a qualcosina di più, ma il calcio italiano però è strano e difficile. Quando pensi di fare un passo in avanti si rischia di sbagliare qualcosa, bisogna saper dosare le giuste difficoltà e i giusti entusiasmi. Salerno è una piazza che non è da meno a nessuno e ci auguriamo che possa ambire a qualcosa di più».

L’ex attaccante conta che la Bersagliera possa riconfermarsi in positivo anche per la prossima stagione:

«Penso che la Salernitana possa riconfermarsi. Prima bisogna partire dall’allenatore e Sousa ha dato una grossa impronta alla squadra e all’ambiente, poi si pensa alla squadra. L’organico di quest’anno era ottimo, ci sono giocatori importanti e poi ci sono anche quelli meno importanti che hanno tirato la carretta. Penso a Bradaric che non giocava all’inizio e poi è entrato per l’infortunio di Mazzocchi, che ci auguriamo possa ritornare a macinare chilometri su quella fascia. È uscito fuori Bohinen. Sono giocatori che all’inizio forse fanno fatica ad ambientarsi ai tatticismi italiani. Dia ha tante sirene di mercato ma se lo tieni fai bingo. Se oggi vale 20, l’anno prossimo con altri 15 gol ne vale 40, poi però ci sono le dinamiche di mercato. Io terrei questo organico cambiando qualche giocatore per far sì che possa migliorare la qualità».

Le basi da cui ripartire per la Salernitana sono importanti, con la possibilità di diventare una realtà uguale o simile a quelle di Atalanta o Sassuolo:

«Ci sono basi importanti. Hanno speso soldi e preso giocatori importanti come Dia, che è un giocatore che ha sempre fatto bene, gioca per la squadra e sa fare gol. De Sanctis ha fatto un grandissimo lavoro nel costruire la squadra, serve però anche una base alle spalle che è quella del presidente. Ci sono Mazzocchi, Candreva, lo stesso Vilhena. Per Salerno è un inizio importante. L’Atalanta forse è più difficile, ci ha messo tanti anni, ma si può ambire a ciò che stanno facendo Sassuolo o Bologna, che lottano sempre per la salvezza ma si tolgono poi tante soddisfazioni e possono ambire a situazioni di classifica tranquille»

La partita, secondo l’ex bomber granata, può ancora significare molto per la Salernitana, nonostante non abbia più nulla da dire al campionato:

«Negli ultimi anni le squadre che non avevano più obiettivi hanno dato dimostrazione di grande cambiamento, si giocano le partite a viso aperto ed è una bella sensazione. Vuol dire che sta cambiando la mentalità. Per me la gara di domani è importante per chiudere al meglio il campionato. Sousa vuole dimostrare di essere un allenatore importante, vuole vincere e confermarsi. Ci sono giocatori che hanno giocato meno e vogliono mettersi in luce. È giusto che la squadra vada a tremila».

Infine, immancabile il ricordo di Di Michele degli anni passati a Salerno, con un pensiero anche per quanto accaduto il 24 maggio 1999 con la strage della galleria Santa Lucia:

«A Salerno ho lasciato un pezzo di cuore, ho visto alcuni post nei giorni scorsi sui ragazzi del treno e mi viene la pelle d’oca. Ho vissuto quella situazione e mi dispiace tantissimo. Di Salerno ho ricordi bellissimi, mi ha dato più di quanto io abbia dato a loro. Ringrazio tutti per quanto fatto per me, per come mi hanno trattato e come mi trattano ancora quando vengo allo stadio. Quando torno a Salerno mi sembra di dover scendere di nuovo in campo, è una sensazione strana e particolare. In campo tremo tutto, l’Arechi strapieno è una cosa bellissima. Mi ricordo la prima in A col Milan, la gente straripava. È uno dei tanti ricordi belli».

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