Stasera in campo Salernitana e Benevento, un derby che sta vivendo i suoi migliori anni di storia solo di recente con la vetrina della Serie B. Un sfida dalle radici profonde.
Il derby, dalla storia antica al principe degli stadi
Questa sera i tifosi saranno tutti assiepati, nel principe degli stadi, un catino che fa tremare le gambe, una università per chi il calciatore vuole fare. Oggi c’è l’ippocampo da una parte, lo stregone dall’altra. Tutto legato ad una tradizione ludica qual è la storia del calcio, dei derby della regione. Il derby di questa sera tra Salernitana e Benevento è solo l’ultimo epilogo di una storia ben più antica e che solo con il calcio ha trovato un nuovo modo d’esistere. Un derby che fino a pochi anni fa era solo uno dei tanti intrecci regionali. Oggi, invece, gode della vetrina della serie cadetta con entrambe le squadre che hanno assaporato la Serie A, obiettivo comune per entrambe le piazze.
Dalle spade…
Nell’ultimo week-end il Club Scherma Salerno ha vinto la Coppa Italia ad Anzio, ma non è questa la spada (in realtà il fioretto) della quale parliamo. Salernitani e beneventani erano una cosa sola. La capitale del principato era Beneventum. Proprio le due fazioni dividevano il campo di battaglia nella guerra di dieci anni che portò alla spartizione del territorio ed alla nascita, quindi, del Principato di Salerno con Siconolfo, proclamato dalla stessa popolazione.
…ai tacchetti
Dalle spade ai tacchetti non è affatto un attimo, tutt’altro. Sono ben più di mille anni di storia, la nostra storia, quella del mezzogiorno d’Italia. Oggi, appunto, ippocampo da una parte, e lo stregone dall’altra. C’è Ventura da una parte e Inzaghi dall’altra. Cambiano gli interpreti e anche i campi di battaglia. In ballo non c’è più una terra, ma un territorio, quello di giocare le proprie ambizioni per una categoria, la Serie A.