sveglia tL’ultima occasione per rincorrere le posizioni nobili della classifica: la Givova Scafati in casa della Vanoli Cremona nel quintultimo turno della stagione regolare di LBA.
Givova Scafati, 5° KO nelle ultime 6 gare
Anche l’ultima chiamata è andata a vuoto: una Givova Scafati a tratti inguardabile rientra a mani vuote anche dalla trasferta di Cremona ed esce definitivamente dal giro dei play-off. 68-63 per la Vanoli, che pure ha vestito gli abiti di Penelope negli ultimi minuti di partita, prestando il fianco alla tardiva rimonta dei gialloblù.
Come si può facilmente intuire, la gara del PalaRadi non ha deliziato gli amanti dei punteggi extralarge, tutt’altro: percentuali modeste da una parte e dall’altra, pochi e ben circoscritti momenti di ispirazione in un pomeriggio con tanta prosa e poca poesia, a dispetto dell’aria decisamente primaverile.
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Gamble e Robinson non si allineano ai ritmi da moviola di inizio partita (1-4 dopo i primi 3′). Pian piano, però, gli uomini allenati da Demis Cavina trovano il modo per rompere il digiuno con le sortite di Denegri e il buon lavoro sotto i tabelloni di Golden (6-6 a metà quarto). Boniciolli allarga presto le rotazioni: dentro Pini nel ruolo di centro di scorta – complice l’esclusione per scelta tecnica di Nunge – e Gentile. La performance del figlio d’arte, però, è davvero fiacca: se si escludono una penetrazione vincente e un assist per una tripla di Robinson, il suo rendimento è decisamente sopra il par.
Nel frattempo, Cremona guadagna fiducia sia sul perimetro, sia sotto i tabelloni: McCullough – regolarmente schierato da Cavina nonostante i problemi a una caviglia – firma in cordata con Zanotti il momentaneo +4 (15-11). Scafati annulla lo scarto sull’asse Gentile-Robinson per poi passare al comando con un’imboscata di Pinkins, ma il fin l’ silente Lacey brucia la retina e l’orologio che vira verso lo zero: 18-17 al primo intervallo.
Vanoli in fuga nel terzo quarto
La Givova fa finta di niente e torna a condurre con l’uno-due di Pini e Rossato (20-21), ma il miraggio svanisce in fretta: break di 8-0 aperto da Lacey e chiuso da McCullough e doppio (!) time-out chiamato da Boniciolli. Che ripesca dalla panchina Blakes e Rivers, ricavandone un canestro a testa. Tuttavia, il tabellone dà ancora ragione a Cremona che – a dispetto di una prestazione al tiro senza infamia e senza lode – si assicura il +5 all’intervallo lungo per merito di Trevor Lacey: 35-30.
Robinson prova a svegliare i gialloblù dal letargo con un canestro con i piedi dietro l’arco, ma il giocatore del Tennessee è costretto a lasciare temporaneamente il campo dopo aver sbattuto la nuca contro la base del canestro. La sua uscita raffredda le mani e lo spirito della Givova: la Vanoli scappa sul +11 (47-38 al 27′) per merito di Denegri e di un eccellente Zanotti, a segno per due volte di fila da 3. Indietro di 12 lunghezze sul finire del quarto, i campani tentano faticosamente di rilanciarsi con i centri di Pinkins e Robinson: 50-42 con 10′ ancora da giocare.
Di qui in avanti, gli ospiti fanno di tutto per uscire anzitempo dalla scena: palle perse, forzature in abbondante quantità e, come se non bastasse, una confidenza mai così scarsa con il ferro. Senza fare più del necessario, Cremona allunga le mani sul montepremi: massimo vantaggio sul +14 (57-43 al 35′) firmato ancora dall’ex pesarese Zanotti.
Rossato suona la sveglia, ma ormai è tardi
Molti pensano resta che i titoli di coda siano oramai imminenti. E invece, non appena la Vanoli decide di abbassare la guardia, la Givova riesce addirittura a riprendere quota per merito di Rossato: 8 punti nello spazio di un paio di minuti, 63-56 a un paio di minuti dal gong. Di distrazione in distrazione, i padroni di casa concedono un comodo 2/2 a Pinkins e un recupero a Gentile, che appoggia al vetro i punti del 65-63 con 35″ sul cronometro.
Cremona consegna le chiavi dell’attacco al suo uomo migliore, Trevor Lacey: mismatch favorevole con Pinkins concluso con il canestro del +4. Boniciolli decide di avanzare la rimessa per provare l’ultimo assalto dall’arco: Henry si procura un buon tiro, ma il ferro gli volta le spalle. E non poteva essere altrimenti: la sorte era stata fin troppo generosa con i declinanti gialloblù di primavera. A cui non resta che provare a salvare perlomeno l’onore.