HomeSportCoronavirus, l'opinione del dottor Giulio Tarro: "Italia impreparata, si è perso troppo...
spot_img

Coronavirus, l’opinione del dottor Giulio Tarro: “Italia impreparata, si è perso troppo tempo”

spot_img
spot_img
spot_img
spot_imgspot_img

Contattato dalla Fondazione Fioravante Polito, il dottor Giulio Tarro, medico in passato candidato anche al Nobel, ha detto la sua sull’emergenza Coronavirus. Secondo il medico l’Italia, e soprattutto la Lombardia, l’ha affrontata in maniera superficiale, dimostrandosi impreparata. SalernoSport24 ha riportato l’intervista al dottore.

Il dottor Giulio Tarro

Giulio Tarro è un rinomato medico italiano. Nato nel 1938 in Sicilia, e formatosi a Napoli, nel corso della sua carriera è stato molto attivo nel campo della ricerca. Esperto virologo di fama internazionale, è stato anche vicino al Premio Nobel per la Medicina nel 1982.

Coronavirus, Tarro: “Italia impreparata”

Il dottor Giulio Tarro ha rilasciato il suo pensiero sull’attuale situazione che ha fatto e sta facendo ancora tremare l’Italia. Contattato da Francesco Cuoco per la Fondazione Fioravante Polito, il medico ha rilasciato parole forti e poco confortanti. Ecco un estratto tratto dal sito ufficiale della fondazione. La nostra redazione, sempre attenta agli eventi della fondazione, ne ha riportato un estratto.

Siamo in emergenza sanitaria ormai da due mesi: come pensa sia stata gestita sul piano medico?

«A mio avviso l’Italia, e la Lombardia in particolare, ha perso troppo tempo. Tra la dichiarazione dello stato d’emergenza del 31 gennaio e l’attivazione delle misure ad hoc volte a fronteggiare l’emergenza sono passati oltre 40 giorni. […] Si voleva blindare la Lombardia come la Cina e poi si è permesso a migliaia di persone di migrare al sud. Francamente non si è capito quale sia stato l’approccio del Governo e le misure di contenimento sono state prese in ritardo».

Ritiene che l’istituto superiore di sanità abbia svolto bene il suo ruolo?

«Senz’altro all’altezza della situazione, possiamo sottolineare il suo ruolo di garante nell’attuale epidemia».

Pensa che i numeri dei deceduti siano da ascriversi in toto al Coronavirus oppure la conta quotidiana della protezione civile va ridimensionata avendo provocato eccessivo allarmismo?

«In Italia il virus circolava probabilmente già da moltissimo tempo. L’alta mortalità rispetto agli altri Paesi è dovuta non certo ad un virus più cattivo, ma alla sottostima del numero dei contagiati. In Italia, i contagiati da COVID-19 non sono i 187mila conteggiati dalla Protezione civile. Le stime più attendibili prospettano, al pari delle periodiche epidemie influenzali, dai sei ai dieci milioni di contagiati da COVID-19, solo in Italia. […]».

Come valuta la gestione della crisi sul piano economico e sociale da parte delle autorità politiche?

«Sul piano politico-sanitario vi è stata una fallimentare gestione dell’emergenza sanitaria che oggi rischia di essere procrastinata da una davvero sconsolante ‘informazione ufficiale’. Mi riferisco ad esempio a quella che presenta il COVID-19 come un flagello che potrà essere sconfitto solo con la vaccinazione. […] L’allarme è fonte di stress e lo stress, paradossalmente, determina un calo delle difese immunologiche».

Quando pensa che si possa riprendere e ritornare alla normalità?

«In estate, quasi sicuramente, saremo abbastanza immunizzati e non ci sarà motivo di restare ancora agli arresti domiciliari forzati. Col caldo tutto dovrebbe tornare alla normalità».

La conosciamo come grande tifoso della Juventus: pensa che il calcio potrà ripartire e concludere la stagione?

«Certo. Il lockdown non ha più senso di esistere. Noi dobbiamo usare le armi di questo Paese, il sole e il mare, per aiutarci a guarire. Il virus per diffondersi ha bisogno di spazi chiusi, scarsa ventilazione o sistemi di aria condizionata, temperature basse o umide. Il mare e la spiaggia sono l’esatto contrario di questo microclima propizio. Pertanto anche il calcio può tornare a scendere in campo».

spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
Luigi Lodato
Luigi Lodato
Luigi Lodato nasce a Salerno nel 1993. Residente a Roccapiemonte, ridente cittadina dell'Agro, si avvicina al giornalismo ad inizio 2010 sulle onde radio di Radio Blue Star, grazie alla quale ottiene l'iscrizione all'albo dei pubblicisti nel 2012. Fino al 2015 è corrispondente e reporter per la radio e svariate testate giornalistiche dell'Agro. Ritorna a scrivere nel 2017 sul sito tematico Granatissimi e, dal 2018, entra nella famiglia di SalernoSport24 come redattore per divenire, in seguito, caporedattore e responsabile alle interviste. Qualche citazione, tanta imparzialità ed un pizzico d'ironia per invogliare alla lettura, buon viaggio sul nostro giornale!
spot_img

Notizie popolari