Non si placa la contestazione dei tifosi della Salernitana. Numerosi, nelle ultime ore, gli striscioni di protesta esposti dagli Ultras. Oggetto della contestazione, manco a dirlo, co-patron e direttore sportivo.
Salernitana, la contestazione continua
Nervi tesi e silenzio assoluto, malumore e approssimazione. Questi i presupposti con i quali la Salernitana si appresta a ricominciare la sesta stagione consecutiva tra i cadetti dell’era Lotito–Mezzaroma. In un clima da “Guerra Fredda”, la truppa guidata da Fabrizio Castori, ormai sette giorni fa, ha raggiunto Sarnano dove sta svolgendo il ritiro estivo. Un ritiro, pieno zeppo di calciatori con le valigie pronte, che sta scivolando via in totale, o quasi, solitudine. E stavolta il protocollo anti Covid sembra entrarci davvero poco.
La piazza, infatti, è ormai avvilita, oltre che dalla sequela di campionati anonimi, anche dal continuo via-vai di calciatori dalla casa madre Lazio, nonché dagli ormai consueti ribaltoni tecnici. La scelta di affidare la panchina a Fabrizio Castori, già al timone e con scarsi risultati nella stagione 2008-’09, per usare un eufemismo, non stuzzica affatto la piazza. Salerno, in sostanza, non vede progetti e né tantomeno ambizioni, con lo spauracchio “campionato senza particolari sussulti” sempre dietro l’angolo. Ciò che infastidisce, a detta di molti tifosi, non sono soltanto le scelte di mercato condizionate dal cordone ombelicale con “mamma Lazio”, ma anche e soprattutto il silenzio della dirigenza. Non una parola dal fischio finale di Salernitana-Spezia da parte dei co-patron e del direttore sportivo. Non una parola sui reali obiettivi. Un mutismo che non ha fatto altro che acuire la già profonda frattura tra i tifosi e la proprietà.
Gli striscioni esposti nelle ultime settimane
Tutto ha avuto inizio nei giorni immediatamente successivi all’ultima di campionato che ha sancito la non qualificazione della Salernitana agli spareggi promozione. Ciò che viene “imputato” alla dirigenza, oltre al mancato raggiungimento degli obiettivi (o presunti tali), ai ribaltoni tecnici e allo smantellamento a cadenza annuale delle rose, è soprattutto il silenzio. Non una parola, infatti, dal fischio finale di Salernitana-Spezia da parte dei co-patron e del direttore sportivo. Non una parola sui reali obiettivi. Un mutismo che non ha fatto altro che acuire la già profonda (ormai insanabile per buona parte) frattura tra i tifosi e la proprietà. Il tutto corroborato dalla mancata conferenza stampa di presentazione Castori, che ha lasciato dietro di sé più di un dubbio. “Chicca” finale, la cessione di Akpa Akpro. Uno dei pochi calciatori di proprietà realmente di valore passato, tanto per cambiare, alla casa madre Lazio. Finora, il solo Veseli, oltre al ritorno di Casasola, di certo non può bastare per riacquistare la fiducia della piazza e per placare le contestazioni.
Contestazioni che, nei giorni scorsi, hanno raggiunto prima Formello, quartier generale laziale, e persino Coverciano, sede del ritiro della Nazionale. Senza dimenticare il messaggio “poco carino” nei confronti del DS Fabiani esposto qualche giorno fa a Sala Consilina. Malumori e delusione, dunque, che continuano a serpeggiare in una piazza che ha sempre fatto dell’attaccamento alla maglia uno dei suoi segni distintivi. Attaccamento, forse come mai in precedenza, che va perdendosi giorno dopo giorno.