Dopo una miracolosa salvezza che ha permesso la permanenza in serie A alla Salernitana, arrivano le prime conferenze dal ritiro in Austria; ai microfoni si presenta Ivan Radovanovic.
Per il centrocampista inizia la sua seconda stagione in maglia granata.
Salernitana in Austria, la prima conferenza
Ivan Radovanovic si presenta ai microfoni dal ritiro a Jenbach in Austria, dove gli uomini di Nicola si prepareranno per la nuova stagione 2022-23. Il giocatore, acquistato nel mercato di gennaio, è pronto ad iniziare un’altra stagione nella squadra campana.
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Le parole di Radovanovic
Il giocatore granata, felice del ritiro, rilascia le prime considerazioni in vista della nuova stagione.
«Prima di tutto devo dire che io sono un uomo più felice in questo momento perché io adoro i ritiri. Fin da bambino mi piacevano perché si è molto concentrati su quello che devi fare. Ti alleni, mangi e dormi, ci sono tre cose che devi fare. E poi per me, personalmente, e anche per tutto il resto del gruppo il ritiro è la base più importante per tutto l’anno, perché metti le basi importanti per proseguire per l’anno dopo».
«Siamo rimasti alcuni di noi dell’anno scorso e il mister con tutto il suo staff, che è un vantaggio, e poi in questo momento ci sono tanti ragazzi giovani che sono tornati dal prestito. Anche io ho passato quel momento, quando ero all’Atalanta sotto contratto, andavo in prestito e poi dovevo andare in ritiro. Però c’è molta applicazione da parte di tutti soprattutto dei giovani e anche noi “vecchi”, diciamo cosi, dobbiamo essere un esempio per loro».
«Noi ci siamo osservati, abbiamo creato un bel gruppo dentro lo spogliatoio. Abbiamo fatto anche un paio di riunioni l’anno scorso e io ho detto per prima cosa che il gruppo è importante, perché non dovevamo spaccare lo spogliatoio. Perché a un certo punto mi ricordo che si parlava vecchia guardia e nuovi giocatori e ci ha dato un po’ di fastidio diciamo cosi. Siamo stati bravi a non spaccare lo spogliatoio, è la cosa più importante. Il gruppo è alla base di tutto, poi abbiamo una buona ossatura sicuramente. I giocatori che vengono devono capire che si devono mettere a disposizione di un gruppo che deve essere sano e poi ognuno di noi deve dare il massimo. Uno è più forte, meno forte quello non è un problema. Noi ci siamo salvati l’anno scorso perché avevamo un bel gruppo. Poi sicuramente ci sono nuovi direttori, giovani molto in gamba e noi abbiamo tantissima fiducia in loro».
«È importante avere nello spogliatoio persone che ti seguano in un certo modo. In campo c’è il mister che ci dà indicazioni. Anche noi però dobbiamo essere un esempio per i ragazzi sia dentro che fuori dal campo. Io ricordo quando ero giovane, se viene il giocatore più esperto che ti dice due-tre parole in più, ti stimola. Poi sicuramente fare il ritiro con loro dall’inizio è un vantaggio. Mi ricordo anche Fazio… siamo stati sei mesi senza giocare e poi vieni alla Salernitana dove devi giocare subito. Il primo mese abbiamo trovato delle difficoltà, poi siamo entrati in condizione, e con l’esperienza il resto è venuto da sé. E poi Ribéry per me è un esempio, mi ha sorpreso, prima di tutto sotto il punto di vista umano. È un giocatore che ha vinto tutto e ha ancora una fame… si mette a disposizione della squadra ed è un esempio».
«Ho fatto due o tre ritiri qua vicino anche con il Genoa. A me piace molto stare in ritiro. Poi hai questa disposizione come qua campi bellissimi, albergo bello, si mangia bene, è importante. Questo è il mio tredicesimo o quattordicesimo ritiro, non ricordo bene, ma spero di farne altri ancora».
«Non vorrei nominare nessun giovane che può entrare a far parte della squadra perché è ancora presto e non vorrei mettere nessuno in difficoltà. Però se sono qua vuol dire che hanno tanto talento. Poi tanti sono tornati dai prestiti in serie B e C e sicuramente questo ritiro può fare solo che bene».
«Siamo quasi una neopromossa, secondo anno di serie A e non possiamo perdere umiltà. Dobbiamo stare con i piedi per terra visto anche che ci siamo salvati l’ultima giornata. Secondo me dobbiamo solo concentrarci sul raggiungere i quaranta punti e poi si può sperare in qualcos’altro. Pero non mi permetterei mai, ma sono sicuro che nessuno neanche nello spogliatoio o nella società penserà a qualcosa in più della salvezza in questo momento».
«Io veramente non riesco a credere che la gente non abbia altro da fare che utilizzare Instagram con il nome di un altro. Mi è capitato anche negli anni precedenti però magari postavano le foto, niente di più. Adesso le persone rispondono a nome mio e mi mettono in grande difficoltà perché non sono io. Non ho mai avuto Instagram e non credo che lo avrò in futuro perché non mi piace tanto, mi piace di più stare con la famiglia, guardare un film, fare una passeggiata, leggere un libro, almeno in questo momento. Poi una volta finito con il calcio, vedrò. Però per adesso io non ho Instagram».
«La cosa molto importante è che è rimasto il mister e il suo staff di altissimo livello che sono prima persone umane e umili e poi in campo si vedono i fatti. Abbiamo una bella ossatura, grandi giocatori che l’anno scorso hanno aiutato la Salernitana a restare in A, poi giovani e poi vediamo chi arriva dal mercato. Sicuramente arriveranno le persone giuste e giocatori forti. Poi dipende da noi, bisogna partire bene. Le prime cinque partite sono alla nostra portata, la prima partita che giochiamo in casa, davanti ai tifosi, per nessuno sarà facile e poi abbiamo tanti scontri diretti. Dobbiamo sforzarci tanto di arrivare, prima della sosta di novembre, con più punti possibili perché poi ti permettono di proseguire per la tua strada».
«Abbiamo orologi che dobbiamo portare ventiquattro ore su ventiquattro con cui ci controllano tutto, anche quanto dormiamo, come dormiamo, di tutto. Il mister, il suo staff e i preparatori ci fanno lavorare molto».
«Lovato è un giocatore giovane ma già con esperienza. Ha giocato nell’Hellas, Atalanta, l’anno scorso a Cagliari ma mi ricordo soprattutto quando giocava con Juric a Verona. Come ho detto, ben venga chi può alzare il livello. Però prima di tutto deve unirsi al gruppo e poi in campo dare il massimo».