Il nervosismo del mister
Più volte, alla domanda dei cronisti sulla condizione psicologica dei suoi calciatori, Colantuono è apparso infastidito, certamente come è normale che fosse. Certo non può non dar fastidio giocare, produrre gioco e occasioni da gol, per poi non raccogliere nulla; nulla se non l’insoddisfazione della piazza, e le domande, appunto, dei cronisti. Il suo campionato a Salerno era iniziato poco prima di Natale quando sostituì Bollini, e finora è stato denso di ostacoli; ha raccolto più sconfitte del suo predecessore ma la Salernitana di oggi costruisce di più. In media ha incassato più gol e ne segna anche meno ma ha una squadra indiscutibilmente indebolita in avanti dopo il mercato di gennaio. Si era detto insoddisfatto dal calciomercato invernale così come Fabiani, insoddisfatto di quanto poco si fosse potuto fare.
Ieri il mister è stato allontanato per la seconda volta consecutiva dalla panchina granata dall’arbitro. Nulla di strano, non è la prima volta, non sarà l’ultima e Stefano Colantuono è un sanguigno, uno che le cose che pensa le dice, espone i fatti così come li vede. Che il momento sia no è chiaro, che l’allontanamento sia dovuto ad un momento di tensione ci può stare; come ha detto più volte lui stesso, Salerno è il posto ideale per provare l’emozione del calcio. In questo momento, forse, servirebbe proprio cattiveria, prima di tutto cattiveria agonistica più che tranquillità, perché a +3 dalla zona play-out non c’è nulla da star tranquilli.