HomeSalernitanaCiccio Della Monica: "Che emozione giocare al Vestuti e conquistare la B"
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Ciccio Della Monica: “Che emozione giocare al Vestuti e conquistare la B”

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Francesco Della Monica ed i suoi ricordi dell’indimenticabile stagione in maglia granata

Indimenticabile mezz’ala della Salernitana di Ansaloni, quella del Vestuti e di quella magica serie B ottenuta dopo decenni. Parliamo del Vietrese Francesco, meglio conosciuto come Ciccio, Della Monica. Oggi siamo voluti tornare indietro nel tempo ed assaporare i ricordi di quella indimenticabile Salernitana targata Peppino Soglia che annoverava fra le sue fila l’indimenticabile “Ago” Di Bartolomei. Noi di SalernoSport24 ci siamo fatti una piacevole chiacchierata con Ciccio Della Monica che nell’arco della sua carriera ha indossato anche la casacca della prossima avversaria granata.

Buonasera e grazie mille per la disponibilità. Spezia e Salernitana nel suo curriculum da calciatore, che ricordi ha di queste esperienze vissute soprattutto in momenti ben diversi del suo percorso sportivo?

“Buonasera a voi… Salernitana e Spezia sono state due esperienze totalmente diverse per via dell’età che avevo durante le quali le ho vissute. Spezia è stata un’esperienza formativa essendo arrivato in prestito dalla Juventus. Sono stato bene in quella città ed è stato un anno importante in serie C perché mi è servito per il prosieguo della carriera. Alla Salernitana, invece, sono arrivato a fine carriera, da giocatore oramai esperto e quella esperienza me la sono cercata, essendo io di Vietri ci tenevo a fare bene e qualcosa di importante per la squadra della mia città. Quello poi fu l’ultimo anno del Vestuti e giocare fra i palazzi e la gente che anche dai balconi ci incitava era davvero emozionante. Pensa che fui io a chiamare il Presidente Soglia e chiedergli di giocare per la Salernitana. Per fortuna lui accettò di prendermi a far parte di quel grande gruppo, non giovanissimo, ma con tanti ottimi calciatori e uno di prestigio come Agostino Di Bartolomei. Erano anni che Soglia creava ottime squadre ma non riusciva a conquistare la serie cadetta e riuscirci dopo più di venti anni è stato per noi giocatori e per la società un sogno realizzato”.

Un ricordo particolare di quella promozione?

“Io sono caratterialmente da sempre uno che si emoziona difficilmente ma quella sera della sfilata sul pullman che girava per il corteo dei tifosi in festa devo dire che mi sono scatenato tantissimo insieme a Marco Pecoraro. Emozioni vive ancora oggi, dopo 28 anni”.

Presidenti come Peppino Soglia non ne esistono più, ora il calcio è business, ma cosa pensa dell’attuale società granata? Lotito a Salerno non è visto bene da tanti nonostante risultati.

“Il presidente Soglia era il primo tifoso della Salernitana, era peggio degli ultrà dello stadio. Ad ogni pre ritiro veniva ad incitarci proprio come i tifosi. A me personalmente mi è antipatico il fatto che un presidente possa avere più società ma resta che Lotito è un grande imprenditore, uno che conta a livello nazionale, uno che ha preso la Salernitana fallita e l’ha portata dove gli compete, uno che ha portato una solidità imprenditoriale che oggi conta molto. Negli anni passati non si è fatto ciò che serviva ma oggi mi sembra, almeno sulla carta, che questa attuale sia una buona squadra. Ora basta vedere dove può arrivare”.

Secondo lei dove può arrivare questa Salernitana di Colantuono? È attualmente al quarto posto eppure c’è malcontento in molti tifosi per via di un gioco che non decolla.

“È ancora prematuro dire dove possa arrivare, magari non a vincere il campionato ma è una squadra costruita bene, con ottimi giocatori, ed ha in panchina uno degli allenatori più quotati della categoria. Serve solo trovare la quadratura giusta e credo che questa squadra abbia grandi possibilità di sviluppo. Il potenziale che ha ancora non si sta esprimendo al meglio, quando sul campo ci sarà tutto si potrà dire con più certezza se vi siano possibilità di restare nei primi posti fino alla fine e quindi giocarsi la promozione”.

Lei si occupa di giovani, cosa pensa al riguardo? Come mai non si punta più di tanto al settore giovanile rispetto ad epoche passate?

“Il settore giovanile è molto importante e non riesco a capire come mai molte società non investono il dovuto, anche in A sono pochissime quelle che lavorano bene con il settore giovanile, una su tutte l’Inter, eppure anche loro danno molto, troppo spazio, agli stranieri. Questa è una pecca del calcio attuale che io non concepisco. Una cosa è potenziare le formazioni con fenomeni, altra è arrivare a far giocare tanti stranieri anche in serie minori. Purtroppo siamo in Europa e le società hanno permesso di pescare i talenti ovunque e il tutto diventa un fatto commerciale avendo convenienza economica. Ecco che i giovani italiani non emergono e ne risente così anche la Nazionale”.

Un nuovo tecnico, Roberto Mancini, alla guida della squadra azzurra. Pensa possa essere l’uomo giusto per costruire la Nazionale del futuro?

“Mancini è un tecnico che stimo molto e spero possa dare una mano a risollevare la Nazionale azzurra, il problema è che non ci sono giocatori importanti e che essendosi abbassato il livello quasi tutti possono indossare quella maglia. Mancano talenti come Insigne e quelli che magari ci sono non vengono valorizzati dalle squadre di club, e qui torniamo al discorso “troppi” stranieri. Facendo il procuratore vedo tante, troppe difficoltà per emergere oggi”.

Prossima sfida: la Salernitana ospita lo Spezia. Che partita prevede?

“Essendo sempre in giro e spesso all’estero mi è difficile seguire il campionato o vedere incontri ma so bene che qualunque squadra scenda in campo a Salerno può avere grosse difficoltà. Conoscendo comunque il valore della formazione granata credo che sabato contro lo Spezia la Salernitana possa fare bottino pieno, e da tifoso me lo auguro”.

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