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Aquino: “Spareggio? La Cavese ha tutte le carte in regola per vincere”

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La Cavese è chiamata all’esame Brindisi per chiudere bene il campionato 2022-2023. Ultimo ostacolo di una stagione che ha visto la formazione di Troise dominare, salvo le ultime uscite stagionali. Nello spareggio per l’accesso in Serie C, i salernitani dovranno fare i conti con i brindisini, lesti a cogliere gli ‘scivoloni’ degli aquilotti.

L’intervista ad Aquino, ex giocatore della Cavese

La redazione di TuttoCavese ha avuto il piacere di intervistare uno degli storici beniamini dei tifosi biancoblù, nonché trascinatore nell’anno della promozione in C1, avvenuta nel 2006, Giuseppe Aquino. In quella stagione, un suo gol contro il Sassuolo sancì la vittoria dei metelliani, che furono promossi nella categoria successiva.


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Cosa pensa del cammino della Cavese di quest’anno?

«Un cammino che ha dato molte soddisfazioni. Dispiace che la squadra non abbia centrato subito la promozione in Serie C. Peccato per il calo avuto nel finale di stagione, ma è assolutamente plausibile».

In vista dello spareggio imminente, chi pensa sia la favorita? La Cavese, che ha dominato per larga parte del campionato, o il Brindisi, paziente e ‘opportunista’?

«Queste sono partite secche, dove non conta il cammino. Un esempio lampante lo abbiamo avuto nella recente sfida di Champions League tra Napoli e Milan. Dato l’ottimo andamento in campionato dei partenopei, rimarcato dal primo posto in classifica, tutti si aspettavano una loro vittoria nel computo dei due incontri, ma non è andata esattamente così. Ritornando alla Cavese, la squadra avrebbe meritato in tutto e per tutto la promozione diretta, senza ombra di dubbio. Sicuramente ha tutte le carte in regola per vincere lo spareggio e penso che riuscirà a farlo. Le due squadre, a mio avviso, rischieranno poco. Alla lunga, andrà avanti chi avrà lavorato bene e chi starà meglio fisicamente. Mi auguro che la Cavese riesca a spuntarla».

Che ricordo ha delle sue annate a Cava?

«A Cava ho lasciato una parte del mio cuore e penso che i cavesi lo sappiano. Queste partite le apprezzavo particolarmente, per via delle mie caratteristiche: oltre a far gol, entravo in campo mettendoci anima, grinta e cuore. Ho cercato di onorare fino alla fine la maglia. Si era creato un rapporto unico tra calciatori e tifosi: eravamo una sola cosa, come una vera e propria famiglia. Poi, la morte di Catello ci ha unito ancora di più».

La Cavese non vince un campionato sul campo da ben diciassette anni. Era il 2006, anno della tragica scomparsa di Catello Mari, venuto a mancare il giorno successivo alla promozione in C1. I tifosi, tutt’oggi, onorano la vita del giocatore ‘cavese d’adozione’. Che ricordo ha di Catello?

«Io conoscevo Catello da tanto tempo, ancor prima di essere suo compagno di squadra. Catello è Catello. È colui che si faceva trovare pronto, sempre a disposizione nel momento del bisogno: era un ‘cavajuolo’. Anche per questo spero che la Cavese possa vincere, perché i tifosi meritano di poter festeggiare una gioia che gli è stata negata quel 2006».

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Elio Granito
Elio Granito
Sono un ragazzo di 28 anni, laureato in “Scienze delle attività motorie, sportive e dell’educazione psicomotoria”, prossimo a conseguire il secondo titolo, quello specialistico. Creativo, perfezionista, ambizioso. Mi ritengo una persona educata, sensibile, assertiva e altruista. Aspetti risultati sinora determinanti nelle varie relazioni avute all'interno del mondo del giornalismo, con diverse figure di rilievo, e, soprattutto, per comprendere il reale valore, la potenza e il dono di ogni singola parola. Amo il giornalismo pulito, che ha necessità di essere raccontato. Generalmente parlo di calcio, ma ho piacere di spaziare su più fronti. Il mio desidero più grande resta quello di migliorare le mie capacità puntando all’eccellenza. Basi solide, pragmatismo e pensiero creativo: sono le peculiarità sviluppate principalmente in questi anni in cui ho compreso l'amore e la passione per la divulgazione di pensieri, messaggi e valori positivi, utilizzando come strumento lo sport e la mia "penna".

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