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Caso tamponi Lazio: colpa dei medici, Lotito poteva “non sapere”

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Novità sul caso tamponi della Lazio. Il tribunale federale della FIGC ha reso note le motivazioni che hanno portato alla squalifica di sette mesi per Claudio Lotito.

Caso tamponi Lazio, le motivazioni del tribunale federale

Il tribunale federale della FIGC ha reso note le motivazioni che hanno portato alla squalifica di Lotito e dei medici Rodia e Pulcini: «Il presidente della Lazio è imputabile dello specifico obbligo contestato di dover procedere personalmente alla comunicazione all’ASL dei nominativi dei soggetti positivi. […] Avrebbe dovuto imporre, unitamente ad altri soggetti qui non deferiti, […] un comportamento idoneo e vietare categoricamente ai positivi di poter rientrare nei ranghi della squadra ed imporre loro l’isolamento previsto».

Lotito puntava all’assoluzione facendo leva sul fatto che la responsabilità non fosse sua ma dei medici Rodia e Pulcini. Secondo “La Gazzetta dello Sport”, in effetti Lotito poteva non sapere della mancata comunicazione ed è essere in parte sollevato dalle responsabilità.

Ma la spiegazione di Lotito è stata poco convincente ed il tribunale he detto la sua.

In sostanza, quest’ultimo, ha lasciato intendere quanto sarebbe stato opportuno, da parte di Lotito e dello staff biancoceleste, vietare ai positivi di prendere parte alle gare con un po’ di buon senso. I giocatori che si unirono al gruppo per le gare contro Torino e Juventus, ricordiamo, furono Ciro Immobile e l’ex Salernitana Djavan Anderson.


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