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Giornalismo e sport. Un’intervista in vista del prossimo match di Scafati

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Domenica Scafati Basket torna in campo per affrontare la Germani Brescia. Abbiamo intervistato il giornalista del Giornale di Brescia Daniele Ardenghi.

Una chiacchiera in vista di Brescia – Scafati Basket

Domenica sera Scafati e Brescia si scontreranno in un match tutt’altro da sottovalutare. Brescia è in un momento di forma eccellente e rimane  ormai salda ai primi posti della classifica già da diverse giornale; Scafati, al contrario, viene da una brutta sconfitta in casa e da molti cambiamenti a livello di organico che la rendono imprevedibile. Abbiamo così deciso di fare due chiacchiere con Daniele Ardenghi, giornalista di Brescia, il quale si impegnerà a spiegarci un po’ questa partita dalla sponda lombarda.

Brescia è stata la vincitrice della Coppa Italia nella scorsa stagione. La vittoria ha portato un entusiasmo che ancora oggi esalta il pubblico in casa. Quanto di quello che Brescia fa oggi è merito della vittoria in Coppa Italia?

«Quella vittoria è stata una linfa importante per la società. Si trattava della prima Coppa per la squadra bresciana ed è stato il motivo sia di un riavvicinamento del pubblico, che di un rinnovato impegno da parte della società. L’obiettivo per quest’anno era  raggiungere i play off da subito, senza attendere l’ultima giornata. Per far questo è stata ingaggiata una rosa di alto, altissimo livello».

Quando Brescia e Scafati si incontrano, qui la mente viaggia all’ultima giornata dello scorso anno, con la salvezza della squadra gialloblù. I due protagonisti di quella vittoria furono Sacripanti e Logan, oggi assenti. Come è cambiata la squadra?

«Non è stato molto piacevole, ma forse ha dato la spinta per affrontare questa nuova stagione in maniera diversa. Per quanto riguarda Sacripanti, la gara di andata proprio contro il Brescia è stata una delle sue ultime partite come allenatore dei gialloblù e, proprio contro la squadra bresciana, è riuscito ad ottenere la salvezza durante la stagione 2022-2023».

Coach Magro è uno degli allenatori più promettenti della LBA. Dove può portare Brescia quest’anno?

«Magro è un allenatore molto preparato e soprattutto ambizioso. È riuscito a battere diversi record: con lui è arrivata la prima Coppa Itala della storia della società, è riuscito ad ottenere 14 successi consecutivi e, durante questa stagione, ha ottenuto il primato della classifica già a questo punto della stagione. In questo momento, dopo le ultime due sconfitte, e soprattutto quella contro il Napoli in Coppa Italia, a lui spetta il compito di rimportare in careggiata i suoi ragazzi. Ormai è a Brescia già da diversi anni: è stato prima al fianco di Andrea Diana, qui è nata la sua bambina. Sicuramente non è un allenatore di passaggio, con lui è stato fatto un progetto a lungo termine. Credo avrà un futuro roseo in società, con la speranza che resti il più possibile».

A proposito di LBA, è indubbio che negli ultimi anni la scena cestistica italiana è in crescita. I palazzetti sono sempre più pieni e il campionato sembra diventata una meta per giocatori da un passato meraviglioso in Europa. Quale è il futuro del panorama italiano?

«Attualmente c’è molta qualità sotto più punti di vista. Questa è la seconda stagione dopo il Covid e il movimento è in continua crescita. Ci sono diverse società che intendono investire in rose importanti. La classifica è la fotografia dello stato attuale. Virtus e Milano trainano, ma – a livello alto – molte realtà si stanno attrezzando per competere. Ovvio è che maggiore qualità attira maggiore coinvolgimento e calore da parte dei tifosi. Nonostante la stato dei palazzetti italiani sia diversa in termini strutturali, il calore dei supporter sta diventando sempre più forte – anche per squadre più piccole e con minori mezzi finanziari».

Cosa manca a questo contesto italiano per emergere in Europa ed evitare anni di bipolarizzazione tra Virtus Bologna e Olimpia Milano?

«Sarebbe molto bello vedere le italiane nelle principali coppe (come Eurocap e Champions League), ma prendere parte a queste competizioni mette a dura prova le energie della squadra. Spendere forze in Europa, non ti permette di essere perfetto anche in Italia. Al momento, forse nemmeno le squadre più blasonate sono effettivamente preparate a questo. Penso ad esempio alla Virtus, che si è fermato contro il Brindisi».

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