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Troppo Bologna per questa Salernitana: l’analisi del match dell’Dall’Ara

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Un Bologna qualitativamente superiore fa quello che vuole contro una Salernitana volenterosa, ma modesta, e mantiene il quarto posto. Ecco l’analisi di quanto accaduto nel lunch match di Pasquetta

Bologna-Salernitana: l’analisi del primo tempo

Il Bologna si schiera con un classico 4-2-3-1, ma con diverse defezioni e pesanti rotazioni. In porta Ravaglia al posto di Skorupski, con Lucumí a comporre la cerniera centrale di difesa insieme a Calafiori in luogo dell’infortunato Beukema. Come terzini, schierati Posch a destra e Lykogiannis a sinistra al posto di Kristiansen. Davanti alla linea mediana a due composta da Freuler e Aebischer, la trequarti vede presenti, da destra verso sinistra, Orsolini, Ferguson e Saelemaekers. Davanti, come unica punta, agisce Odgaard al posto di Zirkzee.

Colantuono, invece, risponde con un 4-4-1-1 atipico. Costil in porta; difesa che vede il rientrante Pierozzi prendere posto a destra, Pellegrino a sinistra e coppia centrale composta dal duo Manolas-Pirola. A centrocampo, Maggiore e Basic in mediana e Tchaouna e Bradaric ad agire sugli esterni. Candreva, infine, agisce a trequartista dietro all’unica punta, Simy.

La partenza del Bologna, come prevedibile, è aggressiva: la squadra pressa alta, guidata dall’atipico posizionamento di Calafiori all’altezza dei due mediani. Gli esterni, rapidi e tecnici, assistiti da due terzini di gamba, si rendono pericolosi con improvvisi inserimenti in area e arrivano al cross con una certa facilità. La gestione del pallone dei felsinei, inoltre, è certosina e paziente, con il possesso mantenuto grazie alla breve distanza tra i reparti. Di contro, i granata sono in costante affanno sia in fase di possesso palla che non, con Simy che ha difficoltà nel far salire la squadra a causa della marcatura ringhiosa di Lucumí e i giocatori di maggiore estro quasi mai chiamati in causa.

Dopo 14′, Riccardo Orsolini sblocca la partita con una perla assoluta: ricevuta palla sul vertice destro dell’area sul lancio millimetrico di Calafiori, l’esterno punta e salta secco Pellegrino e infila il pallone alle spalle di Costil con un mancino sublime a scavalcare il portiere. Forse l’argentino si è rivelato troppo morbido nell’uno vs uno e ciò ha facilitato parecchio il compito di Orsolini.

L’esasperazione della costruzione dal basso del Bologna è un’arma a doppio taglio e, infatti, su un errato retropassaggio di Orsolini, Simy ha la grande occasione del pari al 17′ a tu per tu con Ravaglia, ma il portiere salva tutto in uscita. In ogni caso, la Salernitana sembra quasi scuotersi dal torpore del primo quarto d’ora e riesce ad ingabbiare un Odgaard mai nel vivo della manovra grazie alla marcatura aggressiva di Pirola.

Il Bologna, in ogni caso, sfrutta il posizionamento di Calafiori per creare superiorità numerica in attacco e soltanto un intervento provvidenziale di Manolas ha salvato i granata dal tentativo di Ferguson, lanciato a rete dal centrale difensivo. Per il resto, Candreva e Tchaouna non pungono e Lykogiannis sfiora il raddoppio su calcio di punizione. Il raddoppio arriverà comunque al 44′: un errore di Candreva permette a Saelemaekers di entrare in possesso del pallone sul vertice sinistro dell’area e, senza incontrare particolare resistenza, fa partire un collo-esterno destro che s’infila sotto l’incrocio dei pali. 2-0 e squadre al riposo.

L’analisi del secondo tempo

Nel secondo tempo, le due squadre rientrano con gli stessi undici in campo e il leitmotiv del primo tempo viene mantenuto senza troppi patemi dal Bologna.

Anzi, ancora una volta la Salernitana si fa cogliere impreparata sugli esterni e Odgaard sembra approfittarne al 55′, ma il fuorigioco salva i granata dal tris. La squadra di Colantuono prova a colpire in ripartenza quando riesce a sottrarsi dal possesso palla ipnotico del Bologna, ma la qualità latita al momento del dunque, anche per merito del posizionamento dei difensori del Bologna. Una piccola eccezione viene rappresentata dall’occasione avuta al 59′ da Tchaouna, il quale fa partire una rasoiata mancina dal vertice destro dell’area che per poco non sorprendeva Ravaglia. Al 60′, Colantuono decide di dare minuti a Coulibaly e Sambia al posto di Maggiore e Pierozzi per cercare più forza e muscoli. Motta risponde inserendo al 64′ Zirkzee e Ndoye al posto di Odgaard e Orsolini per chiudere la contesa.

Proprio i due neo-entrati confezionano una palla-gol importante al 66′, aggiungendo imprevedibilità alla manovra e maggiore qualità negli uno vs uno. La Salernitana decide di correre ulteriori rischi inserendo Vignato e Legowski al 67′ al posto di Pellegrino e dell’infortunato Basic, cosa che comporta il ritorno di Bradaric nella posizione di terzino sinistro. Al 74′, Motta inserisce il polacco Urbanski e Fabbian al posto di Freuler e Ferguson, ridisegnando il centrocampo e rendendolo ancora più offensivo, con il solo Aebischer nel ruolo di interditore.

Zirkzee, rispetto a Odgaard, è un’altra cosa e Pirola e Manolas vanno in costante affanno a causa della tecnica e del continuo movimento su tutto il fronte d’attacco dell’olandese. All’84’, Motta decide di far rifiatare Posch per far posto a De Silvestri, mentre Colantuono concede una manciata di minuti a Boateng al posto di Manolas. Al 92′, il Bologna pone fine all’agonia della Salernitana firmando il 3-0 definitivo con Lykogiannis. Il greco chiude una splendida combinazione con Saelemaekers sulla sinistra e trova il piazzato vincente che non lascia scampo a Costil.

Il triplice fischio dell’arbitro consegna ai posteri un Bologna bello e pratico e una Salernitana volenterosa, ma molto limitata.

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