L’analisi delle sostituzioni di Ascoli–Salernitana. Non incidono i cambi effettuati da Ventura per dare nuova verve alla squadra. Gondo è l’unico a provarci, ma entra troppo tardi.
Ascoli-Salernitana, l’analisi del match
Ennesima prestazione da horror in trasferta per la Salernitana, che cade al “Del Duca” contro un Ascoli aggrappato alla forza della disperazione… e veramente poco altro. Ventura ripropone lo stesso modulo visto all’opera, per soli 5 minuti causa espulsione di Aya, nel derby contro la Juve Stabia, disponendo i suoi con un 3-4-1-2, con Kiyine alle spalle di Djuric e Giannetti. Come accade ormai di consueto lontano dalle mura amiche, immediatamente dopo il fischio di inizio iniziano i primi problemi. La squadra è, mentalmente, ancora negli spogliatoi e l’Ascoli ne approfitta, portandosi sul 2-0 dopo appena un quarto d’ora. Al 7′, Marcello Trotta, dopo essersi liberato facilmente di un avversario, porta in vantaggio i suoi con una rasoiata, deviata da Billong, che sorprende Micai. Al 16′, sugli sviluppi di un calcio piazzato causato da uno sciocco fallo di Akpa Akpro sul lato corto dell’area, i bianconeri raddoppiano. Parabola velenosa del solito Ninkovic, ancora a segno contro la Salernitana, che ancora una volta sorprende “le belle statuine” granata, col pallone che passa tra un groviglio di gambe prima di insaccarsi alle spalle di un Micai, ancora una volta, incerto.
La Salernitana, annichilita e fisicamente in difficoltà, prova a riordinare le idee, ma con scarsi risultati. L’unico tiro in porta della prima frazione è del solito Djuric. Il bosniaco riceve in area da Kiyine, si libera di un avversario, ma conclude debolmente tra le braccia di Leali. L’Ascoli, forte del doppio vantaggio, si limita a controllare la per lo più sterile, e sistematica, sequela di passaggi orizzontali dei granata. Il tutto, senza correre particolari rischi, contro una squadra poco reattiva, impalpabile, e in balia della grinta e dell’aggressività di un avversario tutt’altro che eccelso, ma desideroso di portare a casa pesanti punti salvezza.
La ripresa
La seconda frazione si apre con un cambio nelle fila granata. Fuori un impalpabile Giannetti, dentro Cerci. Con l’ingresso dell’ex Toro, pronto a svariare maggiormente sul fronte offensivo, Ventura passa ad un più offensivo 4-3-3 per tentare si salvare il salvabile. Passano appena 4 minuti, e per la Salernitana è già notte fonda. Errore in fase di costruzione di Billong che spiana la strada a Trotta, che non deve far altro che involarsi verso la porta avversario e battere per la terza volta Micai. Terzo schiaffo che, in qualche modo, rianima un’intorpidita Salernitana, che prova a riacciuffare il match soprattutto grazie alle giocate estemporanee di un Kiyine particolarmente ispirato. Al 55′, i granata riaprono la partita. Cross di Lopez dalla sinistra fermato con un braccio in area da Ferigra, rigore. Sul dischetto proprio lo specialista centrocampista marocchino, che batte Leali con un preciso rasoterra che si insacca nell’angolino basso.
Dal gol dell’1-3, finalmente si intravede una parvenza di gioco, pur senza arrivare mai alla conclusione. La gara scorre senza particolari sussulti fino all’86’, quando un cross dal cerchio di centrocampo di Lopez pesca in area Djuric, che stacca tra due avversari e di testa insacca con una sorta di pallonetto che sorprende Leali. L’Ascoli non ne ha più, la Salernitana prova ad infliggere il colpo del 3-3 con la forza della disperazione. Ma prima Billong, sugli sviluppi di un calcio di punizione, e poi Di Tacchio in rovesciata, sulla cui respinta corta Heurtaux non è lesto a ribadire in rete, non riescono nell’impresa.
Le sostituzioni
Entrato ad inizio ripresa per cercare di creare pericoli alla retroguardia avversaria, Alessio Cerci ha fallito, forse, l’ultima chance di strappare una riconferma. L’ex Atletico Madrid ha dimostrato di essere in un ritardo di condizione piuttosto preoccupante, nonostante un paio di accelerazioni sull’out destro, alla fine, rivelatesi infruttuose. La sua sostituzione negli ultimi minuti, per onestà intellettuale, non ha bisogno di ulteriori commenti. Dalle pagelle: Dal 46′ Cerci 4 – Obiettivamente, c’è poco da dire. La corsa verso il sediolino più vicino al momento della sostituzione dice tutto. Dal 93′ Iannone s. v.
Ritardo di condizione evidente che si evince anche dalla prestazione di Thomas Heurtaux, inserito all’11’ della ripresa al posto dell’infortunato Jaroszynski. Tutto sommato, il francese non sfigura come il collega ex Ankaragucu, ma oggettivamente, dopo il terzo gol, l’Ascoli si è limitato a difendere e a ripartire in contropiede lasciando l’iniziativa agli avversari. Dalle pagelle: Dal 56′ Heurtaux 5,5 – Dalle sue parti l’Ascoli ci arriva poco e niente, ma è bravo in un paio di circostanze in cui anticipa l’avversario e fa ripartire i suoi. Si prende un rischio di troppo su un retropassaggio piuttosto avventato su cui, per poco, non ne approfitta Trotta.
Impalpabile anche la prestazione di Leonardo Capezzi, entrato al posto di uno spento Akpa Akpro per tentare di dare velocità alla manovra. L’ex Crotone non entra mai nel vivo del gioco, e non riesce, in alcun modo, ad incidere nella manovra. Dalle pagelle: Dal 56′ Capezzi 4,5 – Probabilmente le parole di Ventura in settimana non sono servite. Approccio, come al solito, molle… e tanta confusione.
Gli ultimi minuti e l’analisi finale
Discorso diverso, invece, per Cedric Gondo. Rimasto in panchina a causa di un affaticamento muscolare accusato in settimana, l’ivoriano, al suo ingresso in campo, tiene in apprensione la retroguardia ascolana con la sua corsa e la sua fisicità. L’unico, in sostanza, entrato in corso d’opera capace di dare la scossa ai suoi nei minuti finali. Dalle pagelle: Dal 76′ Gondo 6 – Prova a dare la scossa nell’ultimo quarto d’ora, e sostanzialmente ci riesce. Il ragazzo ha voglia, forse anche troppa. La sua verve gli costa l’ennesimo cartellino giallo per protesta ma, nel complesso, è uno dei pochi a cercare la giocata vincente.
Ennesima disfatta, dunque, lontano dall’Arechi per una Salernitana dai due volti, che regala sistematicamente un tempo agli avversari. Un altro dato preoccupante da tenere in considerazione è la non reazione, o se vogliamo tardiva, della squadra dopo i gol subiti. Altri tre gol al passivo su altrettanti errori individuali, diventati un vero e proprio fattore per gli uomini di un Ventura ormai sempre più confuso e sconsolato in panchina.
Ad onor del vero, però, le colpe non devono ricadere solo sul tecnico, ma sono senz’altro da distribuire tra calciatori, dirigenza, staff tecnico e medico in egual misura. Assenze per squalifica a parte, la Salernitana ha ampiamente dimostrato di avere grosse lacune in organico, non colmate in sede di mercato di gennaio. Il solo Aya, ad esempio, non è bastato a dare maggior equilibrio ad uno dei reparti difensivi più bucati dell’intero campionato. Non di meno, i problemi strutturali a centrocampo, con la mancanza di un vero playmaker che faccia girare la squadra, nonché di un partner all’altezza delle potenzialità di Milan Djuric. La scommessa Cerci, così come guidicata da Ventura nel post partita, eventualmente sarebbe soltanto l’ultima persa di una lunga serie. Il tutto, al netto delle tante, troppe defezioni e rallentamenti di natura fisica che, in questi anni, hanno condizionato e non poco l’andamento della squadra. La strada verso i play-off, considerando l’aspetto psicofisico della squadra, le gare ravvicinate e gli scontri diretti in programma nelle ultime 5 gare, dunque, si fa sempre più in salita.