Antonio Esposito aggredito dinnanzi al Comune di Cava de’ Tirreni mentre svolgeva il suo lavoro. Solidarietà al collega di LiraTV preso di mira dalla parte insana del campanilismo provinciale che, con lo Sport, nulla ha a che fare. Solidarietà da parte della redazione di SalernoSport24 al collega.
Antonio Esposito a Cava de’ Tirreni
Aggredire, questa è la massima espressione che un imbecille può fare, perché gli mancano le parole per potersi esprimere da persona civile. Era accaduto pochi giorni fa in un negozio di Cava de’ Tirreni ad un 12enne costretto a sfilarsi la maglia della Salernitana davanti alla prepotenza di una ventina di pseudo tifosi metelliani. E dopo il ‘fatto’, tale è successo ad Antonio Esposito, il quale ha spalle ben più larghe cosicché gli ‘imbecilli’ non hanno avuto lo stesso terreno fertile del ragazzino.
Scomodare la frase della mamma degli imbecilli sempre incinta, ora anche questo risulta stucchevole. Perché?! Perché se si partisse da una sana educazione, tanto familiare quanto scolastica, se si partisse da un sano comportamento dei tifosi (perché puoi insultare quanto vuoi se tale rimane), allora non staremmo qui a parlare di niente. Invece capita che un ragazzino si debba spogliare della sua maglia, o che un uomo venga insultato per strada mentre lavora.
Troppo facile dire ultras, che poi è anche sbagliato. Perché nessun tifoso che ama realmente la sua squadra, macchierebbe in maniera tale il nome della sua città. I tifosi, quelli veri, sono altra cosa e Cava de’ Tirreni l’ha dimostrato.