HomeSalernitanaAndrea Ivan su Salernitana-Livorno: "Ha vinto la squadra migliore"
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Andrea Ivan su Salernitana-Livorno: “Ha vinto la squadra migliore”

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Andrea Ivan racconta gli anni in granata, l’esordio in serie A con la casacca della Salernitana e quel rigore parato che ancora oggi, dopo quasi 20 anni, lo emoziona.

Correva il 21 febbraio del 1999 e dinanzi a quasi 45 mila spettatori fece il suo esordio in massima serie il giovane portiere Andrea Ivan. Un esordio difficile contro il Parma di Buffon, Cannavaro e Crespo ma neanche il calcio di rigore fischiato dall’arbitro Collina spaventò il pipelet fiorentino, ma come finì sarà lui stesso a raccontarcelo. Lo abbiamo ascoltato come doppio ex della sfida che ha visto ieri la Salernitana di Colantuono battere il Livorno, squadra dove militò una volta lasciata la porta granata.

Ciao e grazie della disponibilità. Hai indossato tante maglie e difeso tante porte, fra queste Salernitana e Livorno. Che ricordi hai di quelle esperienze?

“Ciao e grazie a voi. Salernitana e Livorno sono sicuramente le due società nelle quali ho militato che mi hanno dato più soddisfazioni durante l’arco della mia carriera. Ho tanti ricordi legati a Salerno che sono bellissimi: dal campionato vinto calcisticamente, dall’allenatore Delio Rossi che mi ha insegnato tanto, a Daniele Balli, l’altro portiere, dal quale ho imparato tanto. Quindi calcisticamente sono legato a quella società e la ringrazio per avermi fatto incontrare queste persone che sono state importantissime per la mia carriera. Poi sono ancora legato a Salerno per diverse amicizie che ancora oggi ho. Sono stato a Salerno questa estate a trovare il mio amico dell’ottica D’Amore e oltre a lui ho tanti amici che sento spesso e quando possiamo ci vediamo a cena. Quindi il mio ricordo che ho di Salerno è grande, immenso. Ho solo un dispiacere, abitare distante, altrimenti sarei più spesso in città. Livorno calcisticamente l’ho vissuta da protagonista, quindi sono ugualmente legato a quella società e rispetto a Salerno la vivo ancora oggi di più per motivi logistici essendo più vicina”.

Gli anni in granata sicuramente ti avranno lasciato tanti aneddoti. Ne ricordi qualcuno in particolare?

“Aneddoti ne ho tanti avendo fatto tanta esperienza.  Era una squadra forte, una di quelle squadre che ricorderai per la vita di averci fatto parte. Ma il ricordo più bello è stato sicuramente l’esordio in serie A e quel rigore parato a Crespo sotto la curva sud. Ne parlano ancora oggi, quindi è un fatto anche d’orgoglio da parte mia di essere riuscito a fare un’impresa del genere. E per questo, ancora oggi, ringrazio Gigi Genovese che era l’allenatore dei portieri  e che mi fece vedere tutta la notte Novantesimo minuto del Parma. Pensa che arrivai alla partita senza aver dormito un minuto- ci svela sorridendo- ma alla fine servì, anche se quella gara non meritavamo di perderla”.

Cosa pensi di questo campionato di serie B oggi a 19 squadre?

“E’ un campionato lungo e difficile già a 19 figuriamoci prima. Nel contesto generale la serie cadetta è un campionato dove c’è sia calcio giocato che tanto agonismo, per me è un bellissimo campionato e che ricordi durante la vita quando lo giochi, certo la serie A ti dà possibilità di arrivare al top ed incontrare tanti campioni ma la serie B è più pura”.

Cosa pensi di questa Salernitana?

“Spero che questa squadra ci possa regalare tante soddisfazioni. Non dico vincere il campionato perché, almeno sulla carta, ci sono squadre un pochino più attrezzate, ma sicuramente può fare bene e poi rispetto ad altre ha un vantaggio: la tifoseria. Una tifoseria bella e pazzesca come quella granata va sfruttata e penso che creando unione con società e squadra ci si possa togliere tante soddisfazioni”.

Salerno negli ultimi anni ha avuto qualche difficoltà con i portieri, mal visti dalla tifoseria per errori, ma che poi hanno fatto bene altrove.

“Il ruolo del portiere negli ultimi anni è cambiato. Oggi quel ruolo prende più fisionomia in campo, è davvero l’undicesimo uomo in campo e magari qualcuno non riesce subito ad avere questo appeal con il calcio giocato. Poi magari ci sono portieri che sono più adatti alla massima serie che a giocare in serie B. Sembra strano ma è così perché in A ci sono meno occasioni da gol e quindi anche meno parate da fare e si riesce a mantenere alta la concentrazione. In serie B il ruolo del portiere è diverso; si è più sotto pressione, ed è anche più difficile capire determinate situazioni per via, tra virgolette, di un calcio più caotico. Forse per tale motivo i vari ex portieri non hanno avuto vita facile”.

Oggi a difendere i pali c’è Alessandro Micai…

“Micai è un buon portiere, è giovane, in questa categoria sta facendo molto bene quindi ha un ottimo futuro dinanzi”.

Hai concluso la tua carriera fra i pali con qualche polemica. Come mai?

“La carriera da professionista non è finita fra polemiche. È finita perché ero arrivato al punto di dover scegliere cosa fare e a 38 anni non mi andava di girovagare ancora e quindi l’ho terminata. Poi sono sceso a fare il portiere a livello dilettantistico giocando in ogni categoria. Mi manca solo la seconda poi posso “vantarmi” di aver giocato dagli amatoriali alla serie A. Quella dilettantistica è finita, anche se ancora non lo è per davvero, con delle polemiche perché è il sistema che non mi piace. Comunque come ti dicevo, nella mia testa ancora non sono pronto ad appendere i guanti, almeno una presenza nella seconda categoria devo farla”.

Aspettando questa chiamata, che progetti hai per il futuro?

“I miei progetti saranno sicuro con i ragazzi perché amo stare con i giovani e mi piace insegnare. Da sette anni alleno i giovanissimi allievi allo Sporting Arno di Firenze e stiamo facendo un buon percorso. Io spero onestamente che il calcio italiano ritrovi e punti su portieri italiani. Una decina di anni fa la categoria degli estremi difensori era solo italiana, oggi ci sono troppi stranieri anche in questo ruolo. Bisogna puntare nuovamente sui nostri giovani e siccome oltre al lavoro sul campo serve anche l’esperienza, io che ne ho tanta, cerco di trasmetterla loro”.

Ieri sera le tue ex squadre si sono incontrate all’Arechi.

“Amando entrambe le squadre io sarei uscito vincente dallo scontro con qualsiasi risultato. A parte questo, era una gara che vedeva di fronte due squadre alla caccia dei tre punti. Per motivi diversi ma un pareggio non sarebbe servito a nessuno. Io dico e spero sempre che vinca la squadra che sul campo si dimostri migliore e visto il risultato finale la più forte è stata la Salernitana di Colantuono. Io lo conosco, è un allenatore che può fare bene se seguito dal gruppo. I granata dovranno continuare a farlo per ottenere risultati ed andare più lontano possibile”.

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