Si spegne nel silenzio l’Alma Salerno. Il club di futsal chiude i battenti tra tanti rimpianti ma non senza indicare un colpevole che, manco a dirlo, è ancora una volta indicato nell’amministrazione comunale. Nell’ultimo campionato i granata erano stati costretti a fare le docce nei propri alloggi, quelle del “PalaTulimieri” erano fuori uso.
Scompare l’Alma Salerno, Bianchini punta il dito
Rimane sulla sedia la maglia dell’Alma Salerno quest’anno. Se del domani non v’è certezza, le speranze sono davvero poche, e le decisioni appaiono ormai consolidate. Tanta amarezza, ma responsabilità che vanno oltre un gol sbagliato o un palo all’ultimo secondo del match. Sotto accusa per la scomparsa dell’Alma ci finisce l’amministrazione comunale. Raggiunto per un’intervista, il presidente dei granata, l’avvocato Marco Bianchini spiega le ragioni di tale decisione. L’Alma Salerno, nel corso del suo ventennio ha sfiorato la promozione in Serie A2 e annovera un secondo posto nel campionato nazionale juniores.
Da un anno in silenzio e la salvezza
Se i fatti si danno sul campo, è lì che l’Alma Salerno, nell’incredulità generale, aveva centrato pochi mesi fa una salvezza che sembrava utopica ad un certo punto. Una manciata di punti, conquistati nelle ultimissime puntate del campionato erano bastate per credere nella speranza salvezza. Appena un anno prima la squadra aveva sfiorato d’iscrivere per la prima volta un club cittadino in A2.
Tanto è successo in vent’anni gioie, ma anche tanto dolore, come la perdita dell’amica e collega Marta Naddeo. L’ultima neanche lei l’avrebbe voluta vedere, certi che avrebbe scosso il Palazzo pur d’aver giustizia.
Le promesse nel vuoto
«L’Alma purtroppo, dopo 20 anni in cui ha rappresentato il futsal a Salerno, è costretta a chiudere i battenti, con grande dolore. Purtroppo la nostra è una città in cui fare sport è estremamente difficile. Da 30 anni si parla, si discute, si fanno promesse, si inaugurano opere sulla carta, ma di strutture sportive neanche l’ombra».
Il ‘palazzetto’ di via Allende
«Il “PalaTulimieri” è l’unica struttura coperta della città e non può coprire da solo il fabbisogno di tutte le società sportive. Siamo stati un anno intero senza poter usare le docce perché inagibili, e i ragazzi hanno fatto sacrifici enormi, ma ormai siamo arrivati allo stremo. Una società di futsal che partecipa ad un campionato nazionale (Serie B, ndr) non può reggersi senza un settore giovanile e, per realizzarlo, occorre la disponibilità quotidiana della tendostruttura».
La risposta: sempre picche
«Si tratta di una disponibilità costantemente negata negli ultimi anni da un’amministrazione comunale completamente sorda verso le legittime esigenze e non c’è solo l’Alma a svolgere un servizio in favore della comunità locale. Quello che è avvenuto riguardo lo stadio “Arechi” non è che la conferma definitiva di quanto, senza timore di smentite, denuncio pubblicamente».
Scuese, silenzi e ancora scuse
«Ci era stato detto che prima delle 17:30 la struttura non poteva essere utilizzata perché andrebbe pagato uno straordinario a chi è incaricato della custodia. Abbiamo dato disponibilità finanche per accollarci noi queste spese aggiuntive ma, ciò nonostante, non è stato possibile ottenere l’utilizzo dell’impianto».
Si ammaina una bandiera granata
«Alziamo bandiera bianca purtroppo, abbiamo provato a trovare una soluzione attraverso un’affiliazione alla Salernitana, ma i contatti avviati fin dallo scorso anno non hanno avuto seguito».
La scalata e la resa
«È stato bello, partendo dalla Serie D, un passo alla volta, siamo arrivati due volte a sfiorare addirittura la Serie A2, l’ultima in uno sfortunato spareggio play-off disputato a Castelvolturno. Abbiamo portato sul parquet del “PalaTulimieri” calcettisti di fama internazionale del futsal quali “Cholo” Salas e i fratelli Villalba, che hanno disputato tanti mondiali. Abbiamo cresciuto una generazione di ragazzi 2001-2002 che possono fregiarsi del titolo di vice-campioni d’Italia Under-19, conquistato in un’emozionante Finale Four disputata a Pesaro nel 2021. Tutto ha una fine, peccato debba arrivare per la miopia di chi, al contrario di quanto sbandierato, senza ritegno, non fa niente per sostenere iniziative di questo genere».