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Aliberti: “Fallimento vicenda creata per distruggere il presidente della Serie A”

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Torna a parlare Aniello Aliberti e, come spesso accaduto in questi anni, lo fa senza filtri. Dichiarazioni al veleno nei confronti della FIGC… e non solo.

Aniello Aliberti rivive i momenti granata

Al timone della Salernitana per ben 11 anni, l’imprenditore nativo di San Giuseppe Vesuviano è stato, ed è ancora, il presidente con cui la Salernitana ha raggiunto il punto più alto nei suoi (quasi) 101 anni di storia. Undici anni interrotti da un fallimento, avvenuto nel 2005, che per certi versi grida ancora vendetta per le (non chiare) modalità. Un presidente che, ancora oggi, nel bene e nel male continua ad essere ricordato dalla piazza, divisa tra chi vede in lui l’unico presidente in grado di portare la Salernitana tra i grandi del calcio e chi, al contrario, lo addita come il principale artefice “dell’inizio della fine”.

Nei giorni scorsi, Claudio Ferrarese, ai nostri microfoni ha dichiarato che quello del 2005 fu un fallimento inaspettato anche per i calciatori e che, per giunta, qualche giorno prima della sentenza furono anche pagati gli stipendi…

«C’è poco da commentare. Nei nostri confronti è stata compiuta una vera e propria truffa. Di certo non lo scopriamo oggi, era chiaro già 15 anni fa. La Salernitana del 2005, a confronto di tante squadre attuali, era una signora società. Una società pulita e sistemata, certo con debiti correnti, ma che aveva un suo patrimonio, parco calciatori importante compreso, che è stato completamente distrutto dalla FIGC dell’epoca. Il tutto a vantaggio di altri “accattoni” che all’epoca ne hanno tratto benefici, strappando dalle mani della città di Salerno una società costruita sapientemente per 11 anni, mattone su mattone. Una società che, innanzitutto, dava fastidio in città, perché i nostri nemici erano prima a Salerno e poi fuori».

Se potesse tornare indietro, c’è qualcosa che farebbe diversamente o non rifarebbe?

«Rifarei tutto dalla A alla Z. L’unica cosa che, invece, non ho fatto e che farei, denuncerei a livello penale la FIGC e tutti i suoi vertici per i danni fatti alla Salernitana. Sono tutti dei volgari truffatori e nulla più, mi assumo la responsabilità di quello che dico».

Lei è stato al timone della Salernitana per ben 11 anni: senza dubbio, i migliori della storia…

«Non lo dico io, lo dicono i risultati. Sono stati 11 anni meravigliosi, dal primo all’ultimo. I successi sono stati raggiunti col sangue e con il lavoro e, soprattutto, con l’onestà. Tutto ciò che è successo dopo, ripeto, sono soltanto delle volgari truffe».

Se ci fosse la possibilità, ritornerebbe a fare il presidente della Salernitana?

«In questo calcio qui, nemmeno se pagassero loro a me. Dal 2005 ad oggi non è cambiato nulla e anzi, sconsiglierei a chiunque, nel modo più assoluto, di entrare nel “cosidetto” mondo del calcio. Quello di oggi non può essere chiamato tale. In ballo ci sono soltanto gli interessi economici di quattro “accattoni” che col calcio non hanno nulla a che vedere».

Lo scorso aprile si è chiusa la prima parte del processo civile a carico dell’allora Salernitana Sport…

«Che dire, ancora oggi sono perseguitato da una vicenda creata ad arte per distruggere “il presidente della Serie A”. Una categoria che nessun altro è riuscito più a raggiungere».

A breve, ripartiranno i campionati anche in Italia…

«Mi chiedo come si possa ritornare a giocare con il rischio contagio ancora molto forte. Questa è un’ulteriore conferma dell’accattonaggio economico che gira intorno a questo sport. I calciatori, quando corrono, inevitabilmente producono saliva, che viene rilasciata in continuazione in campo nell’arco dei 90 minuti. Se qualcuno dovesse contagiarsi poi andrebbe a finire che il tutto verrebbe bloccato di nuovo, vanificando in quattro e quattr’otto tutta la pseudo organizzazione. Tutto ciò serve solo a prolungare l’agonia di chi probabilmente è già fallito o fallirà tra non molto».

In questi anni, se ha seguito la Salernitana, si è fatto un pensiero sulla società attuale?

«Assolutamente no. Fortunatamente, dalla mattina alla sera, cerco di occuparmi di altre cose. Per me, che per 11 anni ho vissuto la mia esperienza da presidente sul campo tutte le domeniche con passione, seguire ancora è impossibile. La Salernitana, per me, è morta nel 2005. Per il resto, basti pensare che c’è ancora Fabiani in circolazione per capire qual è l’andazzo… e ho detto tutto».

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Lino Grimaldi Avino
Lino Grimaldi Avino
Lino Grimaldi Avino, giornalista, editore e scrittore. Ha lavorato presso Cronache di Salerno, TuttoSalernitana, Granatissimi ed è direttore di SalernoSport24. Alla radio ha lavorato presso Radio Alfa, e attualmente conduce due programmi sportivi a RCS75 - Radio Castelluccio, Destinazione Sport e Destinazione Arechi. Ha pubblicato due libri: Angusti Corridoi (2012) con la casa editrice Ripostes, e La vita allo specchio - Introspettiva (2020) con la Saggese Editori, con prefazione dello scrittore Amleto de Silva.

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