9 arrivi e 6 partenze di tappa in quasi un secolo di storia: il rapporto tra Salerno e il Giro d’Italia. Che oggi rivive nelle pagine di un libro di Alessandro Mosca, presentato venerdì al teatro Ghirelli.
Salerno e il Giro, un filo rosa lungo un secolo
A pochi giorni dal ritorno in città della corsa rosa, un agile ma densissimo volumetto di Alessandro Mosca ricostruisce il lungo – ancorché discontinuo – legame tra Salerno e il Giro d’Italia. Una meravigliosa storia umana, per riprendere il sottotitolo del saggio pubblicato da Alessandro Mosca per i tipi di Saggese, che trascende il mero fatto di cronaca per intrecciarsi con episodi piccoli e grandi della vita cittadina.
Il libro del cronista de «La Città» è stato presentato venerdì pomeriggio al teatro Ghirelli con la partecipazione dell’attore e regista teatrale Andrea Carraro, dell’addetto stampa della Federscherma Dario Cioffi, dell’editore Francesco Saggese e di Filippo Trotta, presidente della Fondazione Alfonso Gatto.
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Le interviste all’autore e all’editore
A margine della presentazione, il nostro direttore, Lino Grimaldi Avino, ha intervistato in esclusiva l’autore e l’editore del saggio.
Alessandro Mosca, quando nasce l’idea di scrivere questo libro?
«Questo lavoro è figlio della mia passione per il ciclismo. Spronato da alcuni amici e convinto da Francesco Saggese, ho voluto raccontare 110 anni di storia del Giro a Salerno, a partire dal primo arrivo di tappa del 12 maggio 1913, quando i corridori arrivarono in città sotto una pioggia battente e furono addirittura costretti a gettarsi in un fiume prima di raggiungere il traguardo».
Qual è il nome che più ti ha affascinato durante questo lavoro di ricerca?
«Eddy Merckx, a cui sono legati tanti aneddoti. Il primo ci riporta alla tappa del 1966: il belga arrivò 4° nella tappa che costò a Salerno un lungo esilio dal Giro (subito dopo l’arrivo, diversi corridori caddero per colpa del pubblico che si era riversato in strada, ndr) e fu tra i pochi a non finire a terra. Qualche anno dopo, Merckx vinse a Salerno una tappa del Giro di Sardegna, partito da qui per il maltempo che si era abbattuto sull’isola».
Nel libro parli anche della vittoria di Fausto Coppi al “Vestuti” nel 1949.
«Il 24 maggio Coppi vinse a Salerno grazie a un allungo sulla salita di Via dei Principati, che gli consentì di raggiungere i fuggitivi di giornata proprio in vista dello stadio. Quel successo ebbe un significato particolare: 20 giorni prima c’era stata la tragedia di Superga e Coppi era molto legato non solo ai giocatori del Torino, ma anche al fondatore di «Tuttosport», il salernitano Renato Casalbore».
Saggese: “Salerno e il Giro arriverà anche nelle scuole”
Francesco Saggese, un altro libro sulla storia dello sport salernitano a pochi giorni dall’arrivo del Giro in città.
«L’uscita del saggio di Alessandro Mosca coincide con il ritorno della corsa rosa dopo un lungo periodo di assenza (l’ultimo arrivo di tappa risale al 1995, ndr). Sono contento di aver ampliato la collana Salernitana con un libro di sport, anche se mi piace sottolineare che questa serie non ha carattere prettamente sportivo. Mi fa piacere aver portato avanti questo progetto con Alessandro, augurandoci che possa arrivare anche nelle scuole».
Con la tua casa editrice hai lanciato tanti autori del capoluogo. Cosa ci riserverà il futuro?
«Posso annunciare con immenso piacere che a noi si unirà il grande telecronista RAI Carlo Nesti. Il suo nuovo libro – con cui celebrerà i cinquant’anni di carriera giornalistica – uscirà a giugno».