I campionati di Serie C e Serie D come tutti i campionati italiani sono fermi dal mese di marzo per l’allarme Coronavirus. In queste ultime settimane si sta cercando di capire se ci sono i mezzi per ripartire.
Serie C e Serie D: rischio sospensione definitiva
In Italia nelle ultime settimane si sta pensando alla fase 2 che con ogni probabilità inizierà il 4 maggio.
La fase 2 dovrebbe iniziare anche per le società calcistiche che inizialmente si riuniranno per sessioni d’allenamento individuali. In un secondo momento allenamenti in gruppo. Negli ultimi giorni si sta cercando di capire come ripartire. Serie A e Serie B con ogni probabilità ripartiranno anche per questioni economiche e televisive. Mentre in Serie C e Serie D regna ancora tanta incertezza.
La situazione in Serie C
La Serie C attualmente è il più fragile tra i campionati professionistici. I mesi di stop forzato, cui bisogna aggiungere la crisi economica delle aziende dei presidenti dei club che causa quarantena forzata non hanno entrate, ha portato ad alcune squadre l’impossibilità di pagare gli stipendi ai calciatori e allo staff.
Il presidente Ghirelli, più volte tramite interviste ha invocato aiuti da parte delle istituzioni governative, chiedendo la cassa integrazione per i calciatori, sgravi fiscali per i club e aiuti al sistema. Il sostegno pubblico, però, è fin troppo limitato e la situazione di tanti club è grave. Si rischia che molte società complici i tanti sgravi fiscali non potranno iscriversi al prossimo campionato.
Ci sono anche problemi sul piano calcistico perché negli ultimi giorni si è proposto di promuovere d’ufficio le prime classificate dei tre gironi in Serie B e la quarta squadra che di solito dovrebbe uscire dalla griglia play-off verrebbe promossa tramite un sorteggio e bloccare le retrocessioni per quest’anno.
La situazione in Serie D
Anche in Serie D la situazione è alquanto critica, qui più particolare per la questione che è un campionato dilettantistico.
Al momento sia che in Serie C che in Serie D ogni attività è sospesa fino al 4 maggio. Applicare i vari protocolli di sicurezza sanitaria emanati dagli organi competenti per i professionisti della Serie A, per i dilettanti, ma anche per qualche realtà di B e di C, sarebbe impossibile.
Nelle scorse settimane il presidente Sibilla ha dichiarato che se il Governo o anche le società di Serie A non aiuteranno le categorie minori tramite i contributi almeno il 30% delle società dilettantistiche potrebbe scomparire.
Nei prossimi giorni il ministro dello Sport, Spadafora, e il Consiglio Federale, a prendere una decisione ufficiale. Se per i dilettanti arrivasse lo stop sarà difficile decidere, con varie opzioni sul tavolo:
- cristallizzare tutto
- promuovere le attuali prime della classe
- dare il via libera a chi era in testa al termine del girone d’andata,
- seguire il criterio della media punti
- annullare completamente la stagione.