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Nuovi sviluppi sul caso plusvalenze della Procura

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L’inchiesta riguardante le plusvalenze partita nell’estate dello scorso anno, prosegue con importanti sviluppi. La Procura continua ad indagare sugli illeciti commessi da diverse squadre di Serie A, tra cui Pescara, Napoli, Chievo Verona, Genoa, Sampdoria, Parma e Juventus.

La COVISOC (Commissione di Vigilanza sulle società di Calcio Professionistiche), organo interno della FIGC, aveva individuato ben 62 operazioni sospette e in 42 di queste, vi era stato il coinvolgimento della Juventus.

Inchiesta plusvalenze: facciamo il punto

Nei confronti della società bianconera, la Procura ha contestato i reati di falso in bilancio e false comunicazioni in mercato. Per falso in bilancio, si intende la compilazione di false comunicazioni sociali, cioè le voci del bilancio di una società non vengono riportate in maniera corretta e veritiera.


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Un esempio può essere quello di catalogare dei fondi utilizzati illecitamente per operazioni invece, tutt’altro che lecite. Per false comunicazioni al mercato, si intendono delle comunicazioni non veritiere che la società avrebbe effettuato nella redazione di documenti contabili.

La Procura della Repubblica di Torino ha notificato la chiusura delle indagini preliminari nei confronti dei membri del CdA, dei componenti del collegio sindacale, ai dirigenti ” con responsabilità strategiche” ed al revisore legale del club bianconero.

Il numero dei soggetti indagati è arrivato a quota 16. Tra questi, figurano il presidente Agnelli, il vicepresidente Nedved e l’attuale amministratore delegato Arrivabene, all’epoca membro del Cda. Nei loro confronti chieste misure cautelari come il sequestro conservativo o preventivo. Rigettate dal giudice delle indagini preliminari però, poiché il GIP non ha ravveduto pericolo di fuga o di inquinamento delle prove.

L’ipotesi della Procura sarebbe quella che nel periodo compreso tra il 2018 e il 2020 sarebbero state eseguite operazioni di scambio “distoniche”. Nel caso specifico per un determinato numero di atleti i valori di scambio sarebbero stati decisi in maniera “arbitraria” e per fronteggiare “le necessità di bilancio del momento”.

Gli elementi probatori riguardanti la commissione di questi illeciti sarebbe contenuta in scritture private e segrete, ritrovate in uffici esterni alla società, con le quali ci si impegnava a pagare in maniera incondizionata gli stipendi, anche in caso di trasferimento del calciatore. Tra queste, rientrerebbe anche “la carta segreta di Ronaldo“. A tal proposito, l’attaccante portoghese era stato convocato in udienza, ma non si è presentato, comunicando attraverso i suoi legali.

Gli indagati avranno 20 giorni di tempo per depositare le memorie difensive e per essere sottoposti all’interrogatorio del pubblico ministero.

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