Un anno fa ci lasciava Marta Naddei, scrittrice, giornalista e collega, soprattutto amica. Un incidente nella notte di Salerno ce la portava via.
Un anno senza Marta Naddei
Se le parole volano, le scritte restano. E questo resta di una penna sopraffina, di un talento appena però accennato, perché ne siamo sicuri, chissà quante ancora ne aveva da raccontare Marta.
Un anno fa se ne andava, un anno senza lei, senza Marta. Sì, penna tagliente contro i poteri forti, giornalista arguta ma, soprattutto amica. Disponibile e poi ironica, di se stessa senz’altro e prima di tutto.
Chissà cosa avrebbe detto del Coronavirus, chissà in che toni si sarebbe espressa. Certo che anche davanti a ciò avrebbe trovato una chiave di lettura che ci avrebbe fatto ‘passare la giornata’.
Cosa resta
Neanche un giorno senza lei. Questo è il monito che ho dato a me stesso prima di tutto come giornalista. L’interpretazione di un mestiere affascinante, fatto raccontando le cose così come sono, senza paura.
E da giornalista sportivo, apro la pagina dell’Alma Salerno, là dove da un anno campeggia la tua immagine in copertina, vedo i tuoi occhi che arrivano dritti al cuore, come una spada. Mi fermo qualche secondo di più e, come dinnanzi ad un santuario, prometto “Sarò un giornalista migliore di ieri”. Grazie Marta.
