Con il campionato di Serie D sospeso per l’allarme COVID-19, abbiamo intervistato Vincenza De Luca vicepresidente della Gelbison.
Gelbison, intervista al vicepresidente De Luca
L’allarme Coronavirus sta mettendo in ginocchio l’Italia e pian piano il mondo intero. Abbiamo contattato in esclusiva per la nostra testata la vicepresidente della Gelbison Vincenza De Luca, professione avvocato di Vallo della Lucania. Gli abbiamo chiesto alcune impressioni sull’allarme COVID-19 e sull’operato della Gelbison prima dello stop forzato.
Cosa pensa della situazione Coronavirus, emergenza che sta sconvolgendo l’Italia e il mondo?
«Questa emergenza sanitaria travolge ogni settore compreso il nostro. Dobbiamo avere riconoscenza verso chi oggi è impegnato in prima linea. Da parte nostra deve esserci responsabilità e senso civico, il rispetto delle regole e sperare che con la collaborazione di tutti si possa ritornare il più presto possibile alla normalità. Nel frattempo la generazione più anziana e i più deboli stanno pagando un prezzo altissimo. saranno poi da affrontare le inevitabili ricadute economiche, auspico come tutti che saranno prese misure forti da questo punto di vista».
Riuscirà il calcio a ripartire? Se si come, visto che negli ultimi giorni il presidente della LND Sibilla ha dichiarato che il 30% delle società di Serie D potrebbe essere a rischio fallimento?
«Oggi è impossibile fare una previsione, ovviamente la speranza di tutti è che i campionati possano concludersi sul campo. Si ipotizza una proroga della stagione calcistica sempre se ci saranno le condizioni per poterlo fare nella tutela della salute di tutti. Il calcio dilettantistico si nutre delle realtà imprenditoriali locali quindi è chiaro che lo stop imposto dall’emergenza potrà avere ricadute sulle realtà calcistiche più piccole. Su questo aspetto serviranno coperture economiche, dovrà necessariamente intervenire il Governo ha fatto bene la LND a chiedere la modifica del decreto Melandri anche a favore dei dilettanti e la riduzione degli oneri di partecipazione al campionato. La LND si sta muovendo bene giocando d’anticipo come del resto ha fatto sospendendo per prima tra le leghe il campionato di Serie D».
Lei è una delle poche quote rosa presenti nel mondo del calcio, ci racconti come vive quest’ esperienza?
«Non mi sento una “quota rosa”, ma a malincuore devo ammettere che in Italia queste misure servano ancora e che il merito a volte non basti. Ho sempre seguito il calcio da tifosa sono passata “dall’altro lato” nel 2015 quando ho collaborato con i colleghi Chiacchio e Aita per la mancata iscrizione della Gelbison al campionato. Il mio è stato un inizio esclusivamente professionale e poi si è evoluto passando dalla presidenza Mainente a oggi con Maurizio Puglisi. Da dirigente non ho mai avvertito alcuna differenza, ma è inutile negare che alla stessa domanda un arbitro donna risponderebbe diversamente».
Secondo lei un giorno si riuscirà a superare lo scoglio del pre-concetto sul calcio che è da molti è considerato uno “sport” solo per uomini?
«Il movimento ha avuto una crescita enorme negli ultimi anni, cresceranno anche gli interessi economici e spero anche le tutele per le calciatrici. Penso sia solo questione di tempo e anche i più conservatori se ne faranno una ragione».
Come reputa il campionato disputato sinora dalla Gelbison? Nel caso in cui il campionato non si concluda voi della società la reputate una cosa positiva o negativa?
«Venivamo da un momento decisamente positivo: in otto partite avevamo collezionato quattro vittorie tra cui l’ultima in casa col Cerignola, tre pareggi e una sconfitta. A oggi teoricamente siamo a 6 punti dai 40 stimati per la salvezza matematica. La speranza di tutti è continuare a conquistare sul campo la salvezza . Se dovessero decidere di terminare a oggi il campionato, saremmo salvi , ma vorrebbe anche dire che saremo lontani dal ritorno alla normalità quindi ci sarebbe poco da gioire. L’annullamento della stagione è l’ipotesi da scongiurare perché la Serie D non è uno scherzo e non si possono vanificare gli enormi sforzi economici profusi dalle società».